11 marzo 2022

Giansanti: “Siamo pesantemente in emergenza”

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“Non solo siamo in emergenza, ma anche pesantemente in emergenza, perché già da quest'estate non abbiamo colto alcuni segnali che arrivavano dal mercato. Comunque gli stock di materie prime agricole erano in diminuzione, quindi già da quest'estate il trend dei prezzi era in forte rialzo. Lo scoppio della guerra, ovviamente, ha acceso ancor di più un incendio fortissimo sul settore delle materie prime agricole. Se a questo aggiungiamo anche scelte sbagliate fatte in passato dal legislatore europeo che sono andate contro il mercato, contro la contro la programmazione e soprattutto contro la crescita alimentare oggi ci accorgiamo che manca il mais, la soia, il girasole, il grano tenero. Perché che da una parte le Pac che sono state costruite fino ad oggi, soprattutto anche la prossima, tendono a destrutturare il settore, dall'altra scelte che non hanno mai messo al centro la ricerca e i frutti della scienza oggi ci vedono. Sostanzialmente: non produrre mais in Italia e importarlo dagli Stati Uniti o dall'Argentina e paradossalmente proprio Ogm”. Lo ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura intervenendo su Radio 24 nel programma 24 Mattino.

Senza interventi rischio chiusure generalizzate

“In questa situazione sono in difficoltà tutti gli allevatori, non solamente chi produce latte, ma anche chi produce polli, chi produce suini. Oggi il prezzo dei maiali a livello internazionale è talmente tanto basso che veramente converrebbe non dar da mangiare agli animali, ma non ce lo possiamo permettere, non possiamo pensare di abbattere oggi ciò che abbiamo costruito in tanti anni di lavoro. Bisogna resistere, dovremmo insieme al governo trovare delle risorse economiche perché in questa fase è vero che la benzina costa di più, ma è anche vero che con le accise e l'Iva conseguente, lo Stato si trova di fronte un extra gettito. Su questo dovremmo ragionare e riflettere. Si può rinunciare, in questo momento di guerra a una parte della fiscalità per andare incontro alle richieste di tutti i settori produttivi. E' evidente che se questo non avverrà gli imprenditori tutti, compresi gli agricoltori che non hanno un salvadanaio enorme, andranno in difficoltà. Fino a che si riesce ad acquistare i prodotti che sono essenziali per la dieta dei propri animali e si possono comprare, ma nel momento in cui quei soldi non si hanno allora o i mangimifici devono fare credito (e non credo che lo potranno fare), oppure è evidente che andremo incontro a delle chiusure generalizzate. Ed è il motivo per cui io dico che questo noi non ce lo possiamo assolutamente permettere”, ha continuato il presidente di Confagricoltura.

Un milione di ettari improduttivi da recuperare

“Tanti anni di programmazione hanno fatto sì che oggi in Italia ci sia almeno un milione di ettari, su 10/12 coltivati, improduttivi o non produttivi per la causa. E questo oggi non ce lo possiamo permettere, lo abbiamo ribadito anche al ministro Patuanelli e ieri al sottosegretario Centinaio che ci ha convocato di recente al tavolo per i cereali. In questi giorni si semina mais, soia e girasole che sono i principali prodotti utilizzati nella dieta dei nostri animali. Dobbiamo incentivare e far sì che questi terreni vengano recuperati e che soprattutto gli agricoltori possono avere tutti gli elementi per poter garantire, non l'autarchia alimentare, ma un incremento della nostra capacità produttiva, perché oggi noi in Italia è bene che tutti sappiano che, base 100, produciamo il 75% di quello che mangiamo, quindi siamo prossimi alla autosufficienza alimentare. Ma dobbiamo anche dire l'Italia è un Paese esportatore, quindi – ha concluso Giansanti – è evidente che parte di quelle produzioni che noi oggi acquistiamo dall'estero servono per andare a cercare valore nei mercati esteri e questo ovviamente poi è un vantaggio per tutta la filiera dell'agroalimentare”.

Fonte: Confagricoltura

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