16 maggio 2017

Giorgio Mercuri (Farris): “Cresce la richiesta di pomodoro semi-dry”

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A Milano, tra le aziende espositrici all'ultima edizione di Tutto Food, c’era anche la dinamica Farris, che fa parte della cooperativa Giardinetto: circa 150 produttori agricoli operanti all’interno del bacino produttivo pugliese di Orsara di Puglia, Troia, Bovino e Foggia.

Il pomodoro semi-dry può sostituire il prodotto surgelato e il pelato in scatola nei sui utilizzi

ci spiega il presidente Giorgio Mercuri, che ricopre anche il ruolo di presidente di Fedagri Confcooperative, la più importante organizzazione di rappresentanza delle cooperative agroalimentari in Italia.

Se la cooperativa Giardinetto, nata nel 1982, è dedita al prodotto fresco con una specializzazione sulle orticole – «siamo stati i primi a coltivare asparagi verdi in Puglia e oggi, invece, possiamo fornire broccoli tutto l’anno» -, l’industria di trasformazione Farris è invece specializzata nella produzione di ortaggi e verdure disidratate, semi-dry e dry freeze che poi vengono fornite all’industria alimentare.

Tra le tante referenze prodotte anche i pomodori semi-dry, che, ci spiega Mercuri:

attraverso un processo industriale perdono il 50% dell’acqua e poi vengono utilizzati nei surgelati, per esempio nei minestroni o nelle pizze, ma anche nei primi piatti pronti e in tanti altri prodotti

GiorgioMercuri_Farris_PomodoroSemiDry_TuttoFood

Nel recente Collegato agricoltura, inoltre, approvato in via definitiva lo scorso luglio 2016, tra le novità riguardanti il settore dell’etichettatura dei prodotti trasformati del pomodoro anche l’introduzione del pomodoro semi-dry che, come si legge nel testo definitivo, sono “prodotti ottenuti per eliminazione parziale dell'acqua di costituzione con uso esclusivo di tunnel ad aria calda senza aggiunta di zuccheri”.

Meno acqua, meno carica batterica, questi alcuni dei vantaggi dei pomodori semi-dry sempre più apprezzati dall’industria agroalimentare, tanto che la produzione di questi prodotti alla Farris l’anno scorso è cresciuta del 31%.

«Oggi siamo in grado di fornirli anche già conditi e speziati» continua Mercuri che, per ora, preferisce non entrare nel mercato in modo diretto con un prodotto a marchio, anche perché l’impegno nella fornitura alle aziende in questo molto è impegnativa in termini di volumi.

Il mercato del pomodoro semi-dry crescerà sempre di più. Un tempo l’industria quasi si scandalizzava per il prezzo più elevato, oggi non più. In un chilo di pomodoro semi-dry ci sono 500 pezzi, con l’equivalente fresco 120

Tra le varie referenze in questo momento è molto richiesto il cherry, ma di tipologie ne esistono molte, da quello lungo a quello a cubetti, quello tondo, l’ovalino pelato, il lungo pelato e via discorrendo. Sempre con la tecnica semi-dry, l’azienda produce anche melanzane, zucca e zucchine.

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