Anche se sono ancora pochi i giovani che guidano aziende agricole in Italia (il 5%, rispetto ad una media europea dell’8%), l’agricotura si conferma un settore che attira sempre di più gli under 35. È quanto emerge da un’indagine commissionata da Pink Lady Europe, il noto club di mele prodotte e commericalizzate a livello mondiale, alla società di ricerche SWG. “L’indagine è stata condotta nella prima metà di novembre 2015 mediante interviste all’interno di un campione di 2000 soggetti di età compresa tra 19 e 30 anni residenti in Italia. Inoltre, venti interviste in profondità sono state realizzate a soggetti tra 18 e 35 anni che lavorano in agricoltura”.
Il quadro complessivo
In Italia le aziende agricole sono circa 1,5 milioni e occupano un milione di persone. Nel 2014 la produzione si è attestata intorno ai 53 miliardi di euro per un valore aggiunto di 29. Cresce la superficie bio (nel triennio 2011/2013 dal 6,1% al 7,7%) così come le aziende definite multifuzionali, impegnate quindi anche in attività connesse a quelle prettamente agricole (+48,4%). La frammentazione e le piccole dimensioni sono le caratteristiche principali, e storiche, che caratterizzano tuttora questo settore: “l’80,7% delle aziende impiega meno di un’unità di lavoro, l’88,6% fattura meno di 50.000 euro l’anno, mentre il 96,7% è costituito da aziende individuali e il 97,5% è a conduzione diretta”.
Cresce l’occupazione tra gli under 35
Un dato che indica il desiderio da parte delle giovani leve di dedicarsi all’agricoltura è sicuramente mostrato dal numero di iscrizioni sia alle facoltà di scienze agrarie, forestali e alimentari (+2,9% sul 2011/2012), ma anche agli istituti tecnici in agraria, agroalimentare e agroindustria (+25% nell’ultimo triennio). Per ora il settore fa segnare una crescita occupazionale del 9% proprio tra gli under 35.
Obiettivo? Agriturismo
Quali le motivazioni che spingono i giovani a intraprendere un’attività in questo settore? “L’opportunità di fare impresa con modalità diverse da quelle tradizionali; il contatto con la natura e la possibilità di innovare senza tradire il valore della sostenibilità”. Ai giovani intervistati piace la valorizzazione del territorio, il fatto che l’agricoltura rappresenti una delle eccellenze italiane e una nuova occasione di sviluppo economico, nonché la capacità di questo settore di unire innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile. In cosa vogliono cimentarsi in particolare? Agriturismi (27%), attività di produzione e trasformazione (21%) e l’allevamento e produzione agricola (19%). Infine il profilo del nuovo giovane agricoltore: “Si tratta prevalentemente di uomini, provenienti dalle grandi città e con una prevalenza del Centro-Sud e Isole rispetto al Nord, hanno una scolarità elevata e sono soprattutto in coppia senza figli. Quanto alla fascia d’età, quella dei 25-30enni prevale su quella dei 19-24enni”.
Secondo Pink Lady Europa, che ha commissionato l’indagine, il quadro che emerge è coerente con quello degli agricoltori che fanno parte della propria associazione. “Infatti, quella implementata dall’associazione, cui aderiscono solo in Italia quasi 2.000 aziende agricole di piccole dimensioni in zone di produzione tradizionali, è una filiera produttiva equo-solidale che si basa su un modello sostenibile e valorizza frutteti a misura d’uomo, regolarmente curati e rinnovati a salvaguardia del patrimonio e dei paesaggi locali. A livello europeo, la produzione di Pink Lady® assicura circa 10.000 posti di lavori diretti, senza contare l’indotto”.