13 aprile 2018

«La Gdo italiana non sfrutta le potenzialità dei piccoli frutti»

37
ThomasDrahorad

Thomas Drahorad, presidente di Ncx Drahorad

In tutto il mondo aumentano sia il consumo che la produzione di piccoli frutti, con in testa il mirtillo, tanto che la sua produzione a livello mondiale, tra il 2010 e il 2012, è aumentata di 124mila tonnellate e il trend continua a mantenere una crescita di 100mila tonnellate ogni due anni. Questo il quadro emerso all'ultima edizione del Global Berry Congress che si è svolto a Rotterdam dal 19 al 21 marzo scorso, appuntamento di punta della categoria con oltre quaranta esperti che si sono confrontati analizzando i consumi e tendenze future. Ne parliamo con Thomas Drahorad, presente al Global Berry Congress, che ha partecipato al congresso.

Quale quadro è emerso a Rotterdam?

La crescita nella produzione di mirtilli che si era verificata tra il 2005 e il 2010 era già stata incredibile e dati recenti hanno mostrato come le più grandi aree del mondo abbiano leggermente rallentato dopo aver raggiunto il picco, ma anche come siano ancora in crescita. La produzione mondiale di mirtilli continua a crescere di 100mila tonnellate ogni due anni. Nel 2020 verranno raccolti due milioni di tonnellate di mirtilli, rispetto a 1,7 milioni di tonnellate raccolti nel 2017. Il volume di lamponi e more aumenta passerà da 1,3 milioni di tonnellate nel 2017 a 1,4 milioni di tonnellate nel 2020. Nell'UE, il consumo di mirtilli è aumentato dell'8%,  sembra molto ma i lamponi sono aumentati del 20%.

Mirtilli_GlobalBerryCongress2018

Quali sono i Paesi in cui i berries vengono venduti di più?

Inghilterra e Stati Uniti e con cifre impressionanti. L'anno scorso in Inghilterra sono stati venduti 1,2 miliardi di sterline di berries incluse le fragole che all'estero rientrano nei piccoli frutti.  In Inghilterra si fattura di più per i lamponi  che non per le arance, dati che a noi italiani sembrano incredibili. Oltre ai mercati tradizionali sta aumentando il consumo anche in Paesi che fino ad oggi erano solo forti produttori, come Spagna e Polonia mentre la Cina sta diventando un mercato molto interessante per i consumi e sta acquistando mirtilli anche dal Cile, uno dei produttori più importanti nel periodo invernale: questo potrebbe mettere a rischio l'approvvigionamento di mirtilli da parte degli Stati Uniti, per cui il Cile è un fornitore di riferimento.

Che ruolo gioca l'Italia nello scacchiere?

In Italia l'esportazione costituisce circa la metà del consumo. Le esportazioni sono fortemente dipendenti da una finestra produttiva che colloca l'Italia tra la fine della produzione spagnola e l'inizio delle produzioni nei Paesi del Nord Europa, in particolare della Polonia. Questa finestra però è a rischio perché si stanno affacciando diversi concorrenti: gli spagnoli stanno allungando la stagionalità piantando varietà tardive e altre zone concorrenti, in particolare nell'Europa dell'Est. stanno entrando in produzione nello stesso periodo dell'Italia e quindi costituiranno un fattore di concorrenza importante per le produzioni italiane. Il consumo nazionale è fortemente limitato per la scarsa attenzione dei supermercati a questa linea di prodotto.

Fonte foto: Global Berry Congress 2018

Cosa potrebbe e dovrebbe fare la Gdo per aumentare il consumo interno di berries?

Sarebbe sufficiente che la Gdo si rendesse conto che da questa categoria un supermercato come Conad o Coop potrebbe marginare circa 10-20 milioni di euro all'anno, stime basate sui livelli attuali di consumo in Paesi come Inghilterra e sulla propensione al consumo di frutta del cliente italiano che consuma molta più frutta del consumatore inglese, oltre che sui prezzi della categoria berries. Le catene non si rendono conto che questa categoria non è sfruttata, dovrebbero fare azioni di marketing, appoggiarsi ai fornitori per promuovere il prodotto e farlo conoscere alla clientela.

Potrebbe interessarti anche