A cinque anni dalle prime aperture in Italia, Aldi ha fatto il punto della situazione stamattina (8 giugno) a Milano, nel punto di vendita di via Valtellina, lo store inaugurato nel 2021 e frutto di un progetto di ricostruzione e riqualificazione dello Scalo Farini.
“L’Italia è un territorio chiave per il successo di Aldi nel quale continuiamo a raggiungere risultati importanti – ha dichiarato Michael Gscheidlinger, country manager director di Aldi – Sono 156 i punti di vendita aperti fino a oggi in sei Regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia- Romagna) e due le piattaforme logistiche. Per il 2023 il piano di espansione prevede il consolidamento nelle regioni dove siamo già presenti, oltre alle etichette digitali anti-spreco e il volantino che, nei prossimi mesi, potrà arrivare via Whatsapp ai clienti che sottoscriveranno l'accordo”.
“Il prezzo Aldi e la marca privata sono la chiave del nostro successo – ha aggiunto – Desideriamo riempire il carrello dei consumatori di valore e convenienza”.
Il reparto ortofrutta
A Simone Pikovic, responsabile acquisti ortofrutta, il compito di raccontare il reparto definito dal management come “il biglietto da visita dei negozi Aldi”.
“Il nostro reparto ortofrutta ha una struttura che permette al cliente di avere una visione completa dell'assortimento – ha riferito Pikovic – La collaborazione sinergica con i fornitori italiani (il 99% del totale, ndr) che lavorano con noi fin dal primo giorno ci permette di mettere a disposizione dei nostri clienti prodotti ortofrutticoli attentamente selezionati. Per Aldi la qualità al giusto prezzo resta il primo obiettivo”.
I fornitori sono scelti secondo alcuni criteri che riguardano le certificazioni internazionali, le buone pratiche agronomiche, il monitoraggio della produzione, la sostenibilità.
“Per noi è fondamentale la riduzione dell'impatto ambientale delle attività agricole – ha argomentato il manager – Quanto al confezionamento dei prodotti, per l'esposizione utilizziamo cassette riutilizzabili quasi all'infinito, gli imballaggi secondari sono ridotti ai minimi termini. Per esempio, per le zucchine, utilizziamo solo delle fascette”.
Su 130 referenze ortofrutta, 15 sono bio, 12-15 prodotti di IV gamma: “L'approccio commerciale che ci guida è sempre lo stesso – ha precisato – e cioè prodotto di qualità a prezzo accessibile”.
Per tutti i prodotti presenti in reparto vale la regola della selezione dei produttori in base alla capacità di ridurre il consumo idrico e il ricorso ai pesticidi: “Premiamo le aziende agricole che rispettano le risorse (terreno e acqua) e che riducono al minimo l'impatto sull'ambiente delle proprie attività. Abbiamo particolare attenzione per i produttori che sono espressione della vocazione alla produzione agricola di un territorio”.
La maggior parte del tempo della spesa per l'ortofrutta
Cosimo Finzi, direttore di Astra Ricerche, ha presentato uno studio sulle abitudini del consumatore, dal quale emerge con chiarezza il ruolo centrale del reparto ortofrutta.
“Secondo il campione intervistato (mille italiani, uomini e donne tra i 18 e i 65 anni provenienti da tutte le regioni italiane, ndr) – ha spiegato Finzi – il consumatore italiano spende la maggior parte del tempo nel reparto ortofrutta. Inoltre è maggiormente interessato all'origine dei prodotti rispetto ai processi di trasformazione”.
Quanto al punto di vendita, un consumatore su tre sceglie i discount e in generale cerca spazi puliti, ordinati, luminosi e ha un occhio di riguardo per la qualità, la convenienza e la sostenibilità. Inoltre, il consumatore, è alla ricerca di informazione: “I consumatori mettono al primo posto i volantini cartacei, ancora molto graditi – ha sottolineato – All'ultimo posto dei mezzi di informazione la radio, guadagnano posizioni gli strumenti digital”.
Infine le etichette, che il consumatore non sottovaluta: “Secondo la nostra indagine – ha concluso Cosimo Finzi – le etichette di frutta e verdura sono molto lette dai consumatori e sono seconde, per l'interesse che destano, solo a quelle della pasta”.