17 ottobre 2019

Guerra in Siria, Coldiretti interviene e attacca la Turchia

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“La Turchia invade l’Unione Europea con cibi pericolosi e si classifica al primo posto, addirittura davanti alla Cina, per allarmi alimentari fatti scattare nella Ue, dall’ortofrutta con pesticidi oltre i limiti ai fichi secchi con eccesso di aflatossine cancerogene, come pure pistacchi e nocciole”. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento alle ipotesi di bloccare il processo di adesione all’Unione Europea e di pianificare sanzioni dopo l’offensiva decisa dal premier Erdogan contro le forze curde in Siria, sulla base delle rilevazioni dell’ultimo rapporto Sistema di allerta rapido europeo (RASFF), che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea.

Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, aggiunge: “Il pericolo di consumare cibi contaminati colpisce ingiustamente soprattutto coloro che dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di diversa qualità o metodi di produzione alternativi. In Puglia sbarcano dalla Turchia grano, ciliegie, melagrane, un danno economico per le aziende agricole, ma soprattutto un rischio grave per la salute dei consumatori. Abbiamo chiesto agli europarlamentari pugliesi che difendano gli interessi degli agricoltori, degli altri operatori virtuosi del sistema e dei consumatori. Occorre infatti migliorare e armonizzare, con un incessante interlocuzione di tutte le parti coinvolte, tutti i rapporti e gli accordi che minacciano le nostre identità e le nostre produzioni”.

“Sono 3.622 – sottolinea Coldiretti – gli allarmi scattati nell’Unione Europea nel 2018 con la Turchia che è il Paese più responsabile per il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi (318), seguita dalla Cina (310). Una situazione che evidenzia chiaramente la distanza dagli standard di sicurezza alimentare dell’Unione Europea con evidenti rischi per la salute dei consumatori per l’assenza di adeguati controlli. Si tratta di un Paese con un fiorente scambio commerciale con l’Italia, che riguarda anche i prodotti più a rischio con l’importazione nei primi sei mesi del 2019 di quasi 16 milioni di chili di frutta a guscio, soprattutto nocciole e pistacchi”.

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