08 ottobre 2013

Gusto e salvaguarda di antiche varietà

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Che gusto e sapore debbano essere messi al centro delle attenzioni anche dei produttori di frutta e verdura è tema noto, anche se spesso disatteso. Da chi produce, da chi vende e spesso anche da chi compra. Anche se, a quanto pare, sembra che i consumatori, in realtà, stiano diventando sempre più attenti anche a questo aspetto fondamentale nella scelta dei prodotti ortofrutticoli. Quindi non solo calibro e colore. La riscoperta di antiche varietà, che magari rischiano l’estinzione, ha certamente contribuito alla riscoperta di sapori e gusti non omologati e standardizzati, spesso legati a coltivazioni non intensive.

Di tutto questo si parlerà giovedì 10 ottobre presso il Centro Congressi di Cesena Fiera all’interno di un convegno dal titolo “Varietà e razze a rischio di estinzione della provincia di Forlì-Cesena” (ore 14.40), organizzato dalla la Provincia di Forlì – Cesena che si è posta l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare sei varietà di essenze frutticole – Ciliegia Corniola, Pesche S. Anna Balducci, Bella di Cesena, Prugna Vaca Zebeo, Olivo Grapuda e Olivo Quarantoleto – una varietà orticola – Cardo Gigante di Romagna – e le razze avicole Pollo e Tacchino di Romagna.

Le storie legate ad alcuni di questi frutti testimoniano la difficoltà del mantenimento di antiche varietà, ma al tempo stesso l’importanza della loro salvaguardia: la ciliegia Corniola, per esempio, dolce e apprezzata, era inadatta a essere spedita in Germania e Inghilterra poiché la sua maturazione tardiva la rendeva soggetta agli attacchi della mosca. O ancora la famosa pesca a polpa bianca Bella di Cesena, subì il cosiddetto tracollo delle “pesche bianche” dopo aver raggiunto nel 1956 il 20% del totale della peschicoltura in provincia di Forlì, con una produzione di 3mila tonnellate, ma passata già nel 1973 a rappresentare solo il 3,1% del mercato.

Fonte foto: www.cristella.it

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