27 aprile 2021

I Nas chiudono 12 supermercati per Covid, dura reazione della Gdo

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Nei supermercati si fa il pieno di Covid, ma la Gdo non accetta l'esito mediatico dell'operazione dei Carabinieri dei Nas. Gli uomini in divisa hanno controllato 981 punti di vendita, riscontrando irregolarità in 173 esercizi ovvero nel 18% dei casi e sono stati chiusi 12 supermercati. L'azione ha provocato la reazione dei vertici delle grandi insegne del settore. In prima fila Mario Gasbarrino, amministratore delegato Decò Italia e Giorgio Santambrogio, amministratore delegato Gruppo VéGé. Sui vaccini alle cassiere è intervenuto Francesco Pugliese, Ad di Conad.

Le irregolarità: mancata sanificazione e informazione ai clienti

Quali sono le 226 irregolarità contestate? Sono 39 quelle riconducibili a carenze igieniche per mancata pulizia e sanificazione dei locali e delle attrezzature. Poi mancato rispetto della distanza interpersonale durante gli acquisti e alle casse, malfunzionamento o assenza dei dispenser per la disinfezione delle mani. Infine il capitolo dedicato all'insufficiente informazione ai clienti. Le tracce di Covid sono state rilevate su carrelli e cestini, tastiere per il pagamento, tasti delle bilance e dispositivi salva tempo. I riscontri si sono avuti nei supermercati di diverse insegne della grande distribuzione.

In particolare nelle città di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo, Grosseto, Terni, Salerno e Catania e in punti vendita nelle province di Parma, Perugia, Cagliari, Grosseto, Napoli, Palermo e Udine.

Gasbarrino:”Perché non sono stati controllati gli autobus e…”

MarioGasbarrinolasciaUnesIl manager non ha risparmiato le parole. Toni alti più batti e ribatti con gli interlocutori sui social. A myfruit.it ha detto: “Premesso che il Covid è dappertutto, la trasmissione da superficie ha 1 probabilità su 10mila di trasmettersi“. Non è proprio la priorità nella lotta alla pandemia, questo il messaggio. Gasbarrino non tira il freno a mano alle dichiarazioni e chiede di allargare lo sguardo: “Mi chiedo: 1) quanti soldi di multe avrebbero raccattato se controllavano a tappeto, allo stesso modo, tutti i mercati rionali, ambulanti, ecc; 2) quante tracce avrebbero trovato se analizzavano a tappeto tutti i trasporti pubblici su cui non hanno fatto un…”. La chiusura, ma ha scritto anche diversi tweet su twitter e post su linkedin, è una chiamata alle armi dei colleghi della Gdo: “Quand'è che la cosiddetta grande distribuzione smette di andare ognuna per la propria strada e ….?”.

Ironico e pungente Santambrogio

Sempre su Twitter affila e sfodera la spada il manager Giorgio Santambrogio: “Adoro la movida, adoro il rassicurante lavoro dei Nas, adoro #draghi, ma ultimamente troppi accadimenti non mi convincono. Perché non aprire i sicuri Centri Commerciali? Perché non vaccinare le cassiere? Perché fare irruzione nei punti vendita come l’FBI? Un anno di eroismi dimenticati?”.

Mette insieme più cose, ma la linea è una e si traduce così: perché la politica è lontana da chi non si è mai fermato? Dà man forte Mario Gasbarrino che sottolinea ancora la mancanza di unità nel comparto: “Si attacca meglio chi è debole e non risponde. I Nas ispezionano 693 autobus e trovano 32 leggere tracce su superfici( 4,6% ) e 981 supermercati e ne trovano solo 18 (1,8% ), ergo il Covid è dappertutto, basta cercarlo. Sui mezzi pubblici ce n’è il triplo, ma solo quello dei #supermercati fa notizia, che strano”.

E Francesco Pugliese sui vaccini: “Cassiere trascurate”

L'amministratore delegato di Conad non interviene sull'ispezione dei Nas, ma il 21 aprile in un'intervista all'inserto L'Economia del Corriere della Sera aveva puntato il dito sul piano vaccinale: “La distribuzione ha garantito alti standard di servizio durante la pandemia. Adesso che è arrivata l'ora di vaccinarsi, però, si trascurano le nostre cassiere“. Per il manager giusta la precedenza agli anziani, ma “allo stesso tempo commesse e commessi dovrebbero essere considerati alla stregua delle forze dell'ordine e del personale della scuola“. Chiara la filosofia: chi lavora con il pubblico viene prima di chi sta, meno a rischio, nel back office.

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