Le crisi che stanno stravolgendo l'economia vengono da lontano. Come pensa e crede Vincenzo Lenucci di Confagricoltura: “La tempesta perfetta che inizia da lontano e fa aumentare i costi“. Un pensiero da condividere visto che, passi la pandemia, l'indipendenza energetica era un obiettivo su cui lavorare da tempo. Soprattutto nelle aziende agricole che hanno spazio, sui tetti e non a terra, per installare sistemi di produzione da rinnovabili. Ora ci sono i fondi del Pnrr, ma è necessario spenderli con attenzione. E nei tempi giusti. Nel frattempo c'è da capire quanto il settore è resiliente. Quanto può sopportare. Questa la riflessione fatta nell’appuntamento di myfruit.it, mercoledì scorso a Macfrut, dedicato a incremento dei costi e soluzioni antispreco. Una tavola rotonda, moderata da Raffella Quadretti, in cui si sono incontrate le principali aziende della filiera, fornitrici di servizi e mezzi tecnici.
Una crisi che viene da lontano
Stiamo attenti perché “l’attuale periodo di instabilità dei prezzi a livello mondiale ricalca la crisi del 2007-08 che seguì a una fase di stabilità che si era chiuso con una riduzione dei prezzi ed un periodo di stasi durato sino al 2020”. Parole di Vincenzo Lenucci di Confagricoltura che fondamentalmente dice: ancora dentro una crisi e subito entrati in un'altra. E i problemi della prima forse non sono stati affrontati. A iniziare dall'energia perché le tabelle presentate mostrano incrementi dal 100 al 200% e oltre su prodotti che in parte possono essere sostituiti con la produzione delle rinnovabili e i concimi con l'utilizzo degli scarti. Come si sta iniziando a fare, ma in ritardo.
Ci sono le risorse del Pnrr e tutte quelle della Ue, ma pure quelle statali. Salvagente (al plurale) che può permettere di restare a galla, ma attenzione: “Le risorse devono essere spese nei tempi e nei modi giusti per essere efficaci“. Attenzione a non perdersi.
Quali soluzioni?
La situazione è pesante come si legge nei numeri presentati da Pietro Mauro (direttore di Fruitimprese) dove l'incremento dei costi non risparmia nessun fattore produttivo: pallet, fertilizzanti, plastica, logistica, ma anche lavoro e macchine. Elementi e tassi di aumento calcolati dall'associazione europea Freshfel. Ma ci sono soluzioni e opportunità tutte da cogliere. Un esempio è il progetto Biochar che punta sull'utilizzo di questo ammendante come fertilizzante. Materiale con diversi benefici: “Cattura CO2 e restituisce carbonio ai suoli, ammenda le coltivazioni con aumento di fertilità, offre una migliore resilienza alla siccità, permette la riduzione del dilavamento dei fertilizzanti e la riduzione del dilavamento delle acque di superficie”. E negli Stati Uniti “stanno rimborsando ai propri agricoltori l’uso di diversi ammendanti”. Una fonte di reddito come anche il biometano.
Multifunzionalità, strada da seguire
Diversificare le fonti di reddito. Una strada. Massimo Bellotti (Carton Pack) ha fatto riferimento ad un produttore ortofrutticolo olandese che oggi “trae la gran parte del suo reddito dal riciclo delle cassette di plastica“. La multifunzionalità. E sul riciclo non si può non citare il modello virtuoso di CPR System rappresentata da Monica Artosi. Anche qui incidono i costi, ma tutte queste crisi insieme – pandemia, guerra e inflazione – aumentano la capacità delle imprese di risparmiare, efficientare, ottimizzare i processi produttivi.
La logistica con il freno a mano tirato, manca la manodopera
Massimo Delpozzo (Nord Ovest) vede non solo i rincari: “C'è mancanza di personale nei porti, nei camion, a bordo delle navi; una riduzione di risorse che si è tradotta nella congestione dei terminal portuali e dei trasporti a terra. Alla mancanza di container che già si era manifestata, si è sommata l’impossibilità di sbarcare container dalle navi”.
Un gatto che si morde la coda. Ne usciamo e quando? “La situazione di congestione attuale è destinata a rimanere quantomeno per tutto il 2022. Il Covid continua a permanere in giro per il mondo, va a ondate come una marea. I problemi a reperire autisti e lavoratori continuano a persistere, anzi sta diventando strutturale. Perdurerà ancora la minore disponibilità di navi perché gli operatori negli ultimi due anni per quanto possibile hanno posticipato le soste delle navi per lavori di manutenzione ma ora certi interventi non sono più rinviabili per cui l’offerta di stiva si ridurrà”.
E al cliente? Come rispondere
I rincari impattano sulla produzione ma anche nel rapporto con i clienti. Soprattutto quando si vende un bene complesso come una macchina. Tema affrontato da Alessandro Pasi (Aweta) che ha trattato l'aumento dei costi nel tempo. Soprattutto quando si programmano gli investimenti e infine Alessandro Olivato (Ziehl Abegg) sulla necessità del risparmio: “Abbiamo registrato un 60% medio di incremento dei costi negli ultimi due anni. Abbiamo fatto fronte a questa situazione assorbendo in parte gli aumenti. Se si vuol trovare un risvolto positivo questa situazione ha spinto Ziehl Abegg a trovare nuove soluzioni, interne e sul mercato, che garantiscano una sostenibilità produttiva e nuovi canali di approvvigionamento permettendo così una continuità di fornitura“.
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