Nel maggio scorso decine di cosiddetti “rilevatori” sguinzagliati della rivista Altroconsumo, hanno girato in lungo e in largo lo stivale visitando 907 punti vendita di catene di supermercati e ipermercati, dislocati in 68 città italiane, raccogliendo i prezzi di 105 tipologie di prodotti alimentari tra acqua, pasta, biscotti, detersivi, prodotti alimentari freschi (tra i quali ovviamente frutta e verdura).
Insomma un paniere che secondo l’Istat rappresenta la classica spesa degli italiani. Sono stati privilegiati, nella rilevazione, i prezzi dei prodotti più acquistati, della stessa marca e freschi, per un totale di 500 articoli, in modo tale che il confronto fosse il più veritiero possibile e, quindi, donasse una fotografia la più verosimile possibile.
L’insegna della grande distribuzione che è risultata la più conveniente è U2 (Unes) tra i supermercati e Iper tra gli ipermercati: due insegne entrambe del Gruppo Finiper. Staccato di poco Interspar (insegna degli ipermercati di Despar Italia). Bene anche Leclerc Conad e IperSimply. L’insegna più cara è invece Despar (supermercati di quartiere di Despar Italia): tra le meno convenienti anche Gulliver Supermercato, Sigma, DiMeglio e Billa.
Secondo il paniere ponderato di Altroconsumo la città più cara d’Italia è Aosta, la meno cara Pistoia. Se il singolo punto vendita meno caro d’Italia si trova a Verona (Iperfamila di via Borgobello), Arezzo è la città nella quale si può risparmiare di più scegliendo il supermercato più conveniente (fino a 1400 euro all’anno). A Roma la presenza di tante piccole insegne locali da sì che i prezzi siano mediamente più alti: al tempo stesso la Capitale risulta essere una città con una grande variabilità di prezzi e quindi con la possibilità di poter risparmiare in modo consistente.
Fonte foto: Altroconsumo