È probabilmente la più richiesta in questo momento dagli italiani, tanto da contendere oramai il primato alle tante coltivate nel nostro Paese. Ma non è italiana. “Eppure da noi la iceberg, oggi così richiesta, si coltiva poco” afferma su La Stampa Sergio Fessia, grossista ortofrutticolo di Bra, in provincia di Cuneo, nonché selezionatore di frutta e ortaggi per tutti gli Eataly di mister Farinetti del nord Italia. Come mai? “I nostri agricoltori sono bravi, ma manca la programmazione” continua Fessia. “Manca qualcuno che tenga d’occhio i gusti dei consumatori e dia informazioni utili a chi produce”. E così la maggior parte di insalata iceberg che si trova in distribuzione arriva dall’estero, in particolare dalla Spagna in questo momento. Basterebbe poco, sempre secondo Fessia, coltivarla anche in Italia, ma così non avviene.
Non completamente d’accordo con Fessia è, invece, Lorenzo Bazzana, responsabile del settore tecnico ed economico di Coldiretti. Da una parte l’esponente di Coldiretti prende in considerazione l’embargo russo e il cambiamento di flussi commerciali che questo ha comportato. “Forse è anche per questo che troviamo insalata spagnola sui nostri banchi” commenta sul quotidiano torinese. Per quanto riguarda la programmazione non è così semplice, continua Bazzana: “Programmare non è facile e spesso i prodotti stranieri hanno fortuna nei momenti in cui quelli locali scarseggiano o aumentano di prezzo”. Anche sul fatto che, vista la richiesta interna, forse sarebbe il caso di cominciare a coltivare insalata Iceberg maggiormente anche in Italia, Bazzana non è così in linea con il selezionatore di Eataly: “Troppo semplice dire basterebbe piantarla anche da noi. Le variabili, dal clima al mercato, sono tantissime”.
Rimane il fatto che la iceberg piace ed è richiesta e gli spagnoli sono riusciti in un’impresa non così semplice come può sembrare, sottolinea ancora Fessia: “Portare l’insalata agli italiani è come vendere frigoriferi agli eschimesi”.
Fonte foto: www.verdeoggi.it