30 dicembre 2021

“Il biologico sulla ciliegia è possibile e vi spiego perché”

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Tra le colture in cui il biologico fatica maggiormente ad attecchire c’è senz’altro quella del ciliegio. Eppure a Vignola (Modena), terra di ciliegie per antonomasia, c’è un produttore che da tempi non sospetti porta avanti il bio sia nei ceraseti, sia negli altri suoi frutteti.

Lui si chiama Massimo Bonetti e la sua esperienza è tornata di stretta attualità dopo il recente convegno che Slow Food “Valle del Panaro” ha organizzato proprio a Vignola, per presentare il nuovo il nuovo logo con cui saranno identificati il prodotto della Ciliegia Moretta (Presidio Slow Food) a partire dalla campagna 2022 e i nuovi trasformati: un liquore e una composta. “All'incontro pubblico – ha spiegato Riccardo Marinelli, referente per la Moretta di Slow Food Valle del Panaro – sono intervenuti operatori a vario titolo coinvolti nella produzione cerasicola vignolese ed è stato fatto riferimento a una dichiarazione del presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il quale ha sottolineato che l’obiettivo è convertire al biologico entro il 2030 il 50% della produzione agricola regionale”.

Dunque, sarà possibile fare biologico sulla ciliegia? “Io – racconta Massimo Bonetti, 63 anni e ancora tanta energia quando descrive il suo progetto – produco ciliegie bio dal 1987, così come nel resto dei miei impianti. Non mi sono pentito di questa scelta e la rifarei”. Ancora Bonetti aggiunge: “Ho complessivamente un frutteto di circa 7,5 ettari, in cui oltre alle ciliegie produco susine, albicocche, pesche e uva. Le ciliegie occupano comunque la parte maggiore del mio appezzamento, che rimane ancora uno dei più grandi interamente biologici. Rispetto al 100% le regole previste dal disciplinare del bio, utilizzando solo i pochissimi prodotti consentiti, quali il piretro naturale”.

Ovviamente, il progetto è complesso. “Il problema – prosegue Bonetti – è che la ricerca varietale sul ciliegio è ancora oggi decisamente orientata verso il convenzionale. A Vignola, nel campo sperimentale del Consorzio della Ciliegia di Vignola Igp, c’è già un appezzamento dedicato al biologico, ma la ricerca è rivolta soprattutto al convenzionale. Devo quindi molto spesso arrangiarmi per selezionare le varietà più giuste per il bio, nell’ottica di coprire la domanda nel periodo metà maggio – fine giugno. Tanto che attualmente ho circa 50 varietà di ciliegio nella mia proprietà”.

Originale e ingegnoso anche il sistema di vendita del suo prodotto. “Ho creato – conclude Bonetti – una rete con gruppi di acquisto solidale in diverse città, dal Milanese al Padovano. Mi vengono riconosciuti i costi di produzione, con il prezzo che viene fissato a inizio campagna ed è sempre quello per tutto il resto dell’annata. C’è quindi una logica completamente differente rispetto al prodotto conferito al mercato”.

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