Dopo un anno fiscale in cui la grave siccità ha messo a dura prova il traffico marittimo attraverso il Canale, e di conseguenza la logistica internazionale e l’economia del Paese, dal mese di maggio, con l’arrivo delle piogge stagionali, Panama è tornato a regime regolare. Sono 38 i transiti di navi al giorno.
Per dare la misura delle conseguenze causate dall’estrema siccità, si pensi che il caldo torrido ha obbligato l’amministrazione del Canale a limitare il numero di passaggi di navi in maniera drastica, arrivando ad approvarne solo 24.
E poiché si stima che la siccità possa ripresentarsi anche in futuro, probabilmente con una frequenza più alta rispetto al passato per via del cambiamento climatico, per scongiurare nuove crisi dovute alla carenza idrica si progettano lavori che possano evitare il fermo del Canale.
In particolare, nei prossimi mesi dovrebbero partire lavori di espansione del bacino.
Costi e tempistiche
Il progetto è ambizioso: per l’espansione di uno dei serbatoi idrici si stima un investimento di due miliardi di dollari. Quanto alle tempistiche per la realizzazione, si parla di 18 ai 24 mesi.
I lavori per l’espansione del bacino, che prevedono anche le modifiche alle fessure per incoraggiare le navi più grandi a utilizzare la via d’acqua e un passaggio dedicato per alcune navi, tra cui quelle che trasportano gas naturale liquefatto (Gnl), gas di petrolio liquefatto (Gpl) e carichi refrigerati, consentirebbero al Canale di gestire lo stesso tonnellaggio evitando ritardi con un sistema di risparmio idrico.
Non mancano però i problemi legati ai finanziamenti: secondo quanto dichiarato finora, l’amministrazione del Canale pensa di rivolgersi al mercato.