Che le fragole abbiano bisogno del giusto clima per raggiungere l’apice qualitativo migliore, è abbastanza scontato, se non ovvio. Ma che questo condizioni anche il consumo è un fattore altrettanto fondamentale. Ne abbiamo discusso con Raffaele Scarano, proprietario dell’omonima azienda agricola di Battipaglia (Sa): una realtà che ha, in realtà, nella produzione di cavolfiori l’attività principale (150 ettari lavorati), ma che dedica attenzione e cure anche ai dieci ettari coltivati con le fragole della varietà Candonga. «Abbiamo una piccola produzione anche di albicocche e nettarine, ma è minoritaria, come d’altronde in tutta la zona, che ha visto un grande cambiamento negli ultimi dieci anni, con la specializzazione di molti agricoltori verso la coltivazione di insalate per le aziende della IV gamma».
Il clima, quindi, variabile decisiva per le fragole: «Certo. Ovviamente le ore di luce incidono sulla fotosintesi clorofilliana». Quest’anno, i circa 125 giorni di pioggia registrati in Campania hanno reso tutto più difficile: «Sì, motivo per il quale mi è difficile al momento stabilire come sarà l’annata a livello quantitativo». L’anomalia di un’annata che vede protrarsi ancora adesso, a metà aprile, freddo e pioggia ha poi delle ripercussioni anche sul consumo. «Le fragole si mangiano quando fa caldo: quindi, nonostante siano disponibili sul mercato già da tempo, non sono ancora entrate nel vivo della commercializzazione quest’anno, come invece sarebbe normale». Grande incertezza, quindi, anche nei prezzi: «è come al solito un tema spinoso. All’ingrosso i prezzi sono bassi in questo momento, tra 1 e 2,50 euro».
Scarano coltiva fragole dalla fine degli anni ’90 e ha quindi vissuto l’affermazione della varietà Candonga: «Al di là della forma, che ha la sua importanza, colpisce il consumatore per il suo sapore. Questo, secondo me, è l’aspetto fondamentale».