05 maggio 2022

Il Consorzio Patata Italiana di Qualità va controcorrente e cresce

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Il comparto della patata non sta vivendo in Italia un momento particolarmente roseo, ma c'è chi ci investe e ottiene anche diverse soddisfazioni. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerso durante il convegno “Paniere alimentare e salute: il ruolo del settore pataticolo” organizzato oggi a Macfrut.

Daria Lodi del Cso ha rilevato: “Il 2020, a causa della pandemia da Covid-19, ha cambiato enormemente la tipologia dei consumi. Ci sono state meno occasioni di acquisto ma, durante queste, sono aumentati notevolmente gli acquisti di ortofrutta, prediligendo i prodotti con una elevata shelf life, da mele, banane e kiwi per la frutta a carote, finocchi, cipolle e patate per gli ortaggi. Il primo trimestre 2020, sull’analogo periodo 2019, ha fatto segnare un +41%. Nel 2021 gli acquisti di ortofrutta sono tornati a calare, con 5,9 milioni di tonnellate di ortofrutta fresca acquistati, contro i 6,1 milioni di tonnellate del 2020. A risentirne di più di questa flessione è stata la frutta anziché la verdura. Nel 2021, nello specifico, ogni famiglia italiana ha acquistato frutta e verdura per 227 chili, spendendo 454 euro, ovvero 1,25 euro al giorno. Ancora poco, se si considera che è poco più di un caffè.

“Si può dire che la patata è uno di quei prodotti che può sfamare il mondo. A livello globale ne sono prodotte 340 milioni di tonnellate – ha sottolineato Luciano Trentini, agronomo e consulente – Prima in classifica a livello produttivo è la Cina, con una quota del 25%. Seguono India, quindi Russia e Ucraina, entrambe con circa 22 milioni di tonnellate a testa. Quindi, con la guerra in corso, questi numeri il prossimo anno saranno probabilmente da rivedere. Al quinto posto poi troviamo gli Usa, al sesto la Germania, al settimo il Bangladesh, all’ottavo la Francia e al nono la Germania. Belgio, Germania, Francia e Olanda, che hanno costituito tra loro anche un’associazione come paesi produttori, hanno prodotto nel 2021 21 milioni di quintali, circa la metà della produzione europea, che si attesta a 50 milioni di quintali. L’Italia, negli anni, ha perso terreno, e nel 2021 ha investito in questa coltura 46.000 ettari, producendo 13,6 milioni di tonnellate, di cui 10 milioni per il consumo e 3 milioni di primaticce. Il mercato nazionale consuma 21 milioni di quintali di patate, quindi siamo in debito di 7 milioni.

Giacomo Accinelli del Consorzio Patata Italiana di Qualità, ha mostrato però che il Consorzio sta andando in controtendenza. “Nel 2020 – ha rilevato – il nostro consorzio ha aumentato la produzione di circa il 15% rispetto al 2019, riuscendo a garantire tutte le richieste di forniture che ci stavano arrivando dalla Grande distribuzione. Ma non ci siamo fermati a quell’anno particolare: nel 2021 abbiamo continuato ad aumentare la nostra quota di mercato e nel 2022 saremo ancora in crescita sull’anno precedente. Abbiamo infatti deciso di investire durante il 2020, sia in marketing sia in ricerca e sviluppo. Al contempo, siamo cresciuti anche con le cipolle e le carote. In altri termini, possiamo dire di essere stati bravi a programmare la produzione.

Infine Elena Chiarello, nutrizionista, ha evidenziato come la patata sia un prodotto particolarmente salubre rispetto a tanti altri generi alimentari. E’ ricca di vitamica C, fibre e sali minerali. Inoltre, nonostante l’alto contenuto di amido, sviluppa per 100 grammi solo 85 Kcal rispetto alle 300 Kcal di un analogo quantitativo di alimenti ricchi di amido, come pane, pasta e riso.

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