Il consumo abituale di nocciole, così come quello di noci e mandorle, si associa ad una riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, incluso l’infarto cardiaco, e di ridurre il rischio di diabete. Un’ulteriore conferma delle proprietà salutistiche della frutta secca è arrivata nel corso del convegno “Nocciole: qualità, gusto e salute”, tenutosi nei giorni scorsi nel castello di Grinzane Cavour, in provincia di Cuneo.
L’evento è stato coordinato dal prof. Attilio Giacosa del Policlinico di Monza e dalla prof.ssa Mariangela Rondanelli dell’Università di Pavia. I lavori si sono conclusi con un documento di consenso firmato da tutti gli esperti partecipanti al meeting e presentato alle associazioni degli agricoltori e alle autorità politiche e amministrative del territorio piemontese, alla presenza del viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali sen. Andrea Olivero e del sen. Tomaso Zanoletti, presidente dell’Enoteca Regionale del Castello di Grinzane Cavour.
Il documento di consenso pone in evidenza che l’inserimento di nocciole nella propria dieta si accompagna ad una riduzione significativa del colesterolo totale e del colesterolo LDL (quello “cattivo”), senza modificazioni del colesterolo HDL (quello “buono”).
La quantità raccomandata di nocule (parte commestibile interna della nocciola) è di 30 – 40 grammi al giorno. Occorre, peraltro, consumare il prodotto crudo (non tostato) e non privato della pellicina (perisperma). Quest’ultima contiene infatti la maggior parte degli antiossidanti del frutto. Sempre durante il convegno è emerso che le nocciole si possono consumare ad ogni età e quasi in ogni momento della giornata, soprattutto al mattino assieme magari ai cereali, ma anche durante i pasti principali o come rompi – digiuno nel pomeriggio.