30 maggio 2019

Il nuovo Sapori & Dintorni di Bologna; cucina, eventi e prodotti del territorio

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Si respirerà l'aria dei secoli nello futuro store Sapori&Dintorni Conad numero 21 che il 21 novembre aprirà i battenti in via Indipendenza, la strada dello shopping di Bologna. Le origini risalgono al 1400 ma nel XVI secolo fu istituito il Monte di Pietà ed ancora oggi si conservano gli arredi in legno con dentro i bigliettini del pegno che venivano lasciati in cambio di un prestito.

Il monumento confina e condivide degli spazi con la cattedrale cittadina. L'unione di sacro e profano, seppure fino a poco tempo fa il sito fosse occupato da una banca, ha provocato non poche polemiche sotto le Due Torri, tanto che l'associazione Italia Nostra ha addirittura usato il termine di “orrore” per definire l'arrivo del futuro store di Conad. Nella conferenza stampa di presentazione di mercoledì 29 maggio non sono mancate le domande su questo tema da parte dei giornalisti locali , alle quali Alessandro Beretta, direttore generale di Nordiconad, ha risposto mostrando tranquillità e sottolineando il via libera da parte della soprintendenza.

Il concept: la cucina al centro

Il marchio Sapori&Dintorni sta diventando un concept, ovvero non solo una linea private label delle eccellenze alimentari Conad, ma anche un modo diverso di vendere i prodotti. Al centro c'è la cucina, come ha sottolineato Alessandro Penco, direttore rete Nordiconad, che ha evidenziato le diverse interazioni possibili: «I prodotti si possono consumare al bar, acquistare nella gastronomia e consumare negli spazi dedicati e poi c'è il più tradizionale ristorante». Ma non è finita qui. Il direttore Beretta fa riferimento ad un nuovo servizio: «Vogliamo diventare un punto di riferimento per i turisti che possono conoscere le specialità del territorio. Poi  la comunità dei residenti del centro storico che non hanno la possibilità di acquisti di qualità e a prezzi moderati. Procederemo infine con le consegne a domicilio, anche di pasti caldi».

La piazza dei freschi

La strategia è a 360 gradi, ma il cuore è rappresentato dalla Piazza dei Freschi, individuata fisicamente nel grande salone al primo piano: “All'interno di questo spazio anche l'ortofrutta avrà un ruolo significativo, daremo spazio alle eccellenze – spiega Beretta – . Siamo in una terra di produzioni di qualità, l'intento è scovare tutti questi prodotti. Se riusciremo ad aiutare qualche produttore che oggi fa fatica perché non trova sbocchi di mercato avremo il grande piacere di offrirgli una vetrina qualificata”. Non a caso tra i prodotti citati nella conferenza vi è, ad esempio, la Patata di Montese, un prodotto valorizzato da Conad.

Per vincere la sfida: chef, architettura ed eventi

Il nuovo motore per stupire il cliente sarà attivato dalla narrazione gastronomica del prodotto e dagli eventi. Nel primo caso i manager Nordiconad hanno annunciato come stiano prendendo «accordi con interpreti importanti della bolognesità gastronomica», ovvero c'è da valorizzare il bene anche nella sua interpretazione in cucina. Beretta sottolinea l'aspetto culturale: «Puntiamo a tantissimi eventi – dalla presentazione dei libri alla musica – che valorizzano l'esperienza di visita». Elemento di richiamo sarà anche il layout ideato dall'architetto veneziano Paolo Lucchetta che ha curato la rivisitazione degli spazi.

Un investimento da 3 milioni e 60 assunzioni 

Il concept è chiaro, la location d'eccezione, ma sono interessanti anche i numeri di questo presidio alimentare culturale che resterà aperto dalle 7 del mattino alle 24. La superficie di vendita è di 607 metri quadri, più i 300 dedicati alla ristorazione per un totale di 60 collaboratori impegnati all'interno. A Nordiconad si investe e lo ripete spesso con orgoglio il direttore generale Beretta: «Mentre gli altri scappano, noi restiamo. Noi siamo presenti in almeno 1500 comuni, la prima organizzazione distributiva in Italia». Ci si batte il petto dopo acquisizione dei negozi Auchan, ma il futuro è fatto anche di interventi piccoli e di qualità come quello di Bologna e di altri venti città italiane.

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