07 dicembre 2020

Il Panaro rompe gli argini. Le richieste di Confagri Emilia Romagna

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Sono finite sott’acqua aziende agricole e zootecniche oltre alle coltivazioni a frumento ed erba medica. L’onda del fiume Panaro non ha risparmiato neppure i terreni agricoli già lavorati e preparati per la prossima semina primaverile, come anche i frutteti, le vigne e gli agriturismi oltre alle cantine di vino piene di bottiglie da inviare in occasione del Natale.

È il primo bilancio dei danni all’agricoltura, non ancora quantificabili, nell’area investita dell’esondazione del Panaro nel Modenese (comuni di Gaggio, Castelfranco, Fossalta fino a Nonantola, Ravarino e Bomporto). “Sicuramente ci sono centinaia di ettari di medicai e di campi coltivati a cereali autunno vernini completamente compromessi – spiega il presidente di Confagricoltura Modena, Gianfranco Corradi – L’acqua ha invaso stalle, magazzini, attrezzature, macchinari e spacci aziendali pronti per le vendite degli omaggi natalizi; ha danneggiato gli agriturismi nella fase di ripresa dopo il blocco dovuto all’epidemia da Covid e nel momento più promettente dell’anno”.

Bene l’intervento dell’ente di bonifica che nelle ultime 48 ore ha provveduto a svuotare i canali, aprendo tutte le paratoie. “Ma – sottolinea Corradi – si deve intervenire con forza per contenere l’esplosione del numero di nutrie, istrici e volpi, ossia dei cosiddetti animali fossori, che scavano tane sugli argini dei fiumi rendendo più complicata la manutenzione costante degli alvei fluviali”. L’Emilia-Romagna è la prima regione per rischio idraulico (alluvioni) con una esposizione pari al 92,3% della superficie totale (fonte: Centro Studi di Confagricoltura).

Perentorio il monito del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini: “Chiediamo l’azzeramento delle imposte fiscali e tributarie per le aziende agricole e agrituristiche danneggiate dall’esondazione oltre a ristori immediati per dare la possibilità agli agricoltori di continuare la propria attività e contrastare la crisi di liquidità causata dalla pandemia”.

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