16 febbraio 2018

Il pistacchio di Bronte si racconta al “Giornale”

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Il pistacchio di Bronte raccontato da una famiglia che, da tredici anni, ha deciso di trasformare una peculiarità del territorio in un vero e proprio lavoro. E’ questo, in estrema sintesi, il servizio che il quotidiano “Il Giornale” dedica oggi a questo frutto, e in particolare all’azienda Dolci Sapori dell’Etna, una realtà imprenditoriale formata da amici che hanno intuito le potenzialità dell’“oro verde” e hanno saputo trasformarle in business.

“Tutto è nato 13 anni fa – racconta al Giornale Antonello Zingale, 47 anni – qui a Bronte tutti hanno un pistacchieto più o meno grande. Gli alberi sono per noi come una sorta di salvadanaio, una sicurezza per il futuro. E’ il nostro oro verde. Così io, che avevo ereditato da mio padre Ignazio un terreno e un discreto numero di piante, ho deciso con gli altri amici che non avremmo dovuto disperdere quel patrimonio. Ma, anzi, investirci per portare il pistacchio di Bronte in giro per il mondo e farne conoscere le sue peculiarità”. Un lavoro paziente, di sacrifici…-spiega ancora il quotidiano – che imbocca la svolta dell'internazionalità e della giusta considerazione nel 2011, quando il pistacchio di Bronte conquista il marchio Dop. “Con il Dop comunitario si è creato il consorzio. E il consorzio ha significato e significa tutela per tutti, per noi produttori e per i consumatori. La nostra filosofia, in particolare, è quella di proporre sul mercato prodotti di qualità mantenendo contenuti i costi. Ci impegniamo seriamente sul fronte bio con certificazioni, controlli e analisi. Abbiamo realizzato anche una linea di prodotti naturali senza glutine per dare sicurezza alimentare alle persone che soffrono di intolleranze. Siamo partiti che avevamo tutto in 200 metri quadrati, oggi sono 600. E in laboratorio, passo dopo passo, abbiamo dato spazio alla tecnologia: macchine a bassa temperatura per non far scaldare troppo il prodotto durante la lavorazione ed evitarne quindi l'ossidazione, celle frigorifere e impianti automatici di confezionamento. Ogni due anni raccogliamo i pistacchi per fare le scorte. Di fatto la nostra è una raccolta biennale proprio per consentire alla pianta di riposare. Una scelta ben precisa per portare sul mercato un prodotto sempre di qualità eccellente. Una volta raccolti i pistacchi li conserviamo fra i 10-12 gradi con un’umidità controllata di 52-54 gradi, così il frutto conserva le inalterate le sue proprietà. In buona sostanza noi biennalmente lavoriamo 50 tonnellate di prodotto…”.

 

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