19 settembre 2014

Il World Food Moscow al tempo dell’embargo

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L’edizione numero 23 del World Food Moscow sarà ricordata da molti come quella sotto embargo. Girando fra i padiglioni dedicati all’ortofrutta si notava l’assenza di prodotti in esposizione. Scaffali vuoti, espositori riempiti con frutta di plastica, packaging di IV gamma pieni di carta o trompe – l’oeil, come nel caso degli italiani DimmidiSì e La Veneta. Alcuni espositori, CSO su tutti e molti suoi associati, hanno deciso di non partecipare. Altri erano presenti con stand (ad esempio Salvi, From, Nava) o come visitatori (Mazzoni, Agricola Gloria Due e tanti altri). Il presidente di Fruitimprese Marco Salvi, durante la fiera ci ha detto che si augura un pronto intervento della politica, “perché questa è una crisi di natura politica e l’Europa deve avere un ruolo centrale nella negoziazione, agendo in fretta perché i danni per gli operatori sono ingenti”.

La voce comune è un misto fra incredulità sulla tenuta del sistema e speranza sul rapido scioglimento dei nodi che impediscono allo stato attuale il commercio fra Europa e Russia. Questo auspicio è condiviso anche dai tanti professionisti russi impegnati nell’importazione dei prodotti europei: “per ora stiamo sostituendo i prodotti spagnoli e italiani con quelli turchi, ad esempio pesche e nettarine, ma la qualità non è la stessa. – ci ha detto un importatore moscovita che vuole rimanere anonimo – Anche noi stiamo lavorando e facendo pressione affinché da parte russa ci sia un cambio di rotta”.

Tra i padiglioni nazionali il più attivo era quello dell’Argentina, seguito da Turchia ed Egitto. Ottime le presenze di Polonia, Cina, Marocco e Belgio. Quest’ultimo merita una nota. All’interno dello stand, promosso dall’UE con una campagna incentrata sul gusto dell’ortofrutta dalle Fiandre, uno degli espositori vista l’impossibilità di riempire le cassette con i propri prodotti, ha deciso di lanciare una dura protesta contro Europa e Usa, responsabili dell’embargo. “This box is empty thanks to the hypocrisy of USA and thanks to the stupidity of Europe” il cartello esposto all'interno di una cassetta vuota. Una posizione che forse è nei pensieri di più di un’azienda, ma che solo in questo caso è stata esternata in modo cosi radicale.

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