Quando una famiglia di Milano consuma una cassetta di agrumi proveniente da Catania di 20 kg (pari al consumo annuo medio di spremute di un nucleo famigliare), produce 5,8 kg di Co2 se l’imballaggio è in cassette di plastica, 3,8 kg, invece, se la frutta è movimentata con imballaggi prodotti con cartone ondulato. Oppure, se ci spostiamo in Germania, il consumo di Co2 per un imballaggio di mele trentine di una famiglia è di 9 kg se in plastica, di 5,8 se in cartone ondulato. In entrambi i casi, l’impatto ambientale con la soluzione del cartone ondulato è minore di oltre il 50%.
Sono questi i risultati di una serie di studi promossi da Bestack – Consorzio aperto tra aziende di produzione di imballaggi in cartone ondulato con particolare specializzazione nell’ortofrutta – e condotti dal Politecnico di Milano, che hanno misurato l’impatto ambientale dei due sistemi di imballaggio per la distribuzione di prodotti ortofrutticoli. La maggior sostenibilità nell’utilizzo del cartone, quindi, risulta evidente: è una materia rinnovabile, per ottenerlo si coltivano alberi gestiti con piani di reimpianto superiori a quelli di taglio. L’Italia, nel riciclo degli imballaggi a base cellulosica, rappresenta d’altronde un’eccelenza, posizionandosi ai primi posti in Europa: nove imballaggi su dieci vengono recuperati e riciclati, pari a una superficie totale equivalente a 3,9 miliardi di metri quadri, vale a dire quasi l'intera superficie del Molise.
Fonte. Adnkronos