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09 aprile 2025

Import-export: via libera dell'Ue ai controdazi

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ULTIM'ORA - Donald Trump batte in ritirata e annuncia: pausa di 90 giorni per coloro che adottano tariffe reciproche. Dunque il presidente degli Stati Uniti scherzava? Forse, ma non con la Cina. Per la quale è previsto un aumento delle tariffe al 125 per cento. 

Un coup de théâtre inatteso, che cambia ancora una volta le carte in tavola. Come si comporterà l'Ue? Con quale obiettivo la premier italiana Giorgia Meloni volerà negli Usa il prossimo 17 aprile?

L'Ue dà via libera ai controdazi 

 I dazi trumpiani tengono ancora banco. Mentre le borse di tutto il mondo crollano, e mentre la Cina ha deciso di rispondere ai dazi americani con una contromossa dell'84%, l'Unione europea ha dato il via libera alla lista dei controdazi. 

L'unico stato membro ad aver votato contro è l'Ungheria, il che è servito a poco: Bruxelles metterà in campo delle tariffe, che per la gran parte dei prodotti saranno del 25%, pensate per rispondere ai dazi di Trump.

Come funzionano i controdazi? La lista 

I dazi Ue si applicheranno in tre tranche: la prima dal 15 aprile, la seconda dal 16 maggio, la terza dal primo dicembre 2025. La decisione è stata presa nell'ambito di un comitato tecnico in seno alla Commissione europea, secondo il meccanismo denominato comitatologia: una cabina di regia dove i rappresentanti tecnici dei governi nazionali esaminano l'attuazione delle norme da parte dell'esecutivo Ue.

Quanto alla lista di prodotti, per ora si parla di indiscrezioni. Tra gli agroalimentari americani che saranno oggetto di dazi Ue dal prossimo 15 aprile al momento figurano riso, cereali, frutta, succhi di frutta, olii, mentre da dicembre saranno colpiti mandorle e semi di soia, pomodori, agrumi. 

Meloni: obiettivo zero per zero

Nel frattempo, mentre Donald Trump ha dichiarato che molti paesi del mondo desiderano fare un accordo con l'America per scongiurare il pericolo dazi - "these countries are calling us up kissing my ass", ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti e la traduzione appare superflua - la presidente Giorgia Meloni - non senza critiche - ha deciso di volare negli Stati Uniti il prossimo 17 aprile con un obiettivo ben preciso: convincere Trump che la soluzione migliore sia la formula zero per zero, cioè azzerare i dazi per evitare danni all'Unione europea e agli Stati Uniti.

Per affrontare l’impatto dei dazi Usa su uno dei settori più a rischio, ieri mattina, a Palazzo Chigi, si è tenuto un confronto tra gli stakeholder dell'agroalimentare italiano con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Coldiretti: "Fondi distribuiti in base alla percentuale di export negli Usa"

“Stiamo affrontando un problema europeo, servono diplomazia e risorse europee. Qualsiasi risorsa sarà messa disposizione a livello nazionale per contrastare questo delicato momento – ha spiegato Ettore Prandini – dovrà essere distribuita in base alla percentuale di export per settore e quindi all'agroalimentare chiediamo venga destinato almeno il 13% circa". 

Prandini ha voluto sottolineare che i dazi avranno un “impatto che potrebbe superare i tre miliardi tra mancate vendite, stoccaggi, deprezzamenti e perdita di quote di mercato”.

"Nel solo 2024 - ha aggiunto - l’agroalimentare italiano ha registrato un valore record di esportazioni verso gli Stati Uniti pari a 7,8 miliardi. Il dazio, se applicato su questi livelli, rischia di tradursi in una perdita diretta di oltre 1,6 miliardi per gli importatori americani, che inevitabilmente scaricheranno i costi su produttori italiani e consumatori americani”.

Al termine dell’incontro, Prandini ha consegnato alla premier un documento contenete una serie di proposte per mitigare gli effetti delle tariffe finalizzate a sostenere le aziende tra cui quella di potenziare i fondi per l’internazionalizzazione e la valorizzazione dei prodotti autentici contro l’Italian sounding e quella di sostenere accordi commerciali internazionali con reciprocità, per contrastare la concorrenza sleale e altre possibili soluzioni concrete. 

“È il momento dell’unità – ha aggiunto il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo - del coraggio e della visione. Non possiamo permettere che anni di lavoro sui mercati internazionali vadano perduti per una guerra commerciale che penalizza tutti”.

Copagri: "Diplomazia e ricerca di nuovi mercati"

“I pesanti dazi del 20% imposti dall’amministrazione Usa sulle merci provenienti dall’Ue, oltre a rappresentare una pericolosa misura protezionistica, sono una vera e propria sfida che rischia di assestare un colpo durissimo alla tenuta di tutti quei comparti, primo fra tutti l’agroalimentare, che fanno dell’export uno dei loro punti di forza e che hanno proprio negli Stati Uniti uno dei principali mercati di sbocco; bisogna, quindi, mettere rapidamente in campo una risposta integrata e sistemica, coniugando la necessaria attività diplomatica con interventi di sostegno economico, oltre che di promozione del made in Italy e di diversificazione dei mercati - ha ribadito il presidente della Copagri Tommaso Battista - Oltre a valutare il potenziale ricorso al Wto, inoltre, è fondamentale ragionare con urgenza sulla possibile istituzione di un fondo di compensazione per le perdite dirette delle aziende agroalimentari".

“Gli Stati Uniti - ha aggiunto - sono un mercato strategico per l’agroalimentare italiano, con esportazioni che nel 2024 hanno superato gli otto miliardi di euro, pari al 25% del totale comunitario”, ha ricordato Battista, facendo notare che “i dazi rischiano di provocare un calo dell’export stimabile tra il 10% e il 15% nel breve periodo, con punte del 30% per diversi prodotti simbolo della dieta mediterranea, quali vino, formaggi e olio extravergine d’oliva; tutte produzioni che nell’annata appena trascorsa hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli Stati Uniti, con un aumento complessivo stimabile nell’ordine del 17 per cento”.

“Senza contare, poi, le ricadute nel medio-lungo periodo, legate al rischio concreto che l’export italiano venga rimpiazzato da quello di altri paesi con dazi più favorevoli e all’ulteriore rischio di vedere arrivare sul mercato comunitario, e di conseguenza nazionale, le produzioni agroalimentari precedentemente esportate negli Usa e provenienti da paesi stranieri colpiti da dazi ancora più salati”, ha aggiunto il presidente, secondo cui “è prioritario puntare sul canale diplomatico, lavorando per ottenere delle esenzioni mirate per le produzioni nazionali più colpite dall’incremento delle barriere tariffarie, e sul fronte commerciale, favorendo, attraverso appositi investimenti, l’ulteriore diversificazione dei mercati”.

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