18 settembre 2023

In Calabria mango e annona dal 1930

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Di recente, al mercato ortofrutticolo di Milano, myfruit.it ha notato in vendita l‘annona, frutto esotico  diffuso nelle Americhe, che in Italia si coltiva già dal 1930. Più precisamente, in Calabria nell’azienda agricola Domenica Scopelliti di Reggio Calabria che da alcuni anni si è dedicata anche al mango.

Una produzione di nicchia destinata al mercato locale perchè non facile il trasporto refrigerato per una piccola azienda.

Una famiglia attenta all’esotico dal secolo scorso

La storia di interesse all’esotico, ormai quasi centenario, viene raccontato a myfruit.it dalla famiglia Scopelliti che vede insieme Carlo de Blasio di Palizzi con Domenica  Scopelliti insieme ai figli Eufrasia, Gaetano e Matteo.

Domenica Scopelliti

“Mio nonno e il nonno di mia moglie erano attenti alle novità dell’orto botanico di Palermo – racconta Carlo de Blasio di Palizzi – A iniziare dall’arancia Meraviglia, altre varietà tropicali e poi hanno visto che l’annona si acclimatava bene e hanno sviluppato la coltivazione mentre le altre piante sono rimaste nell’angolo delle curiosità”.

L’annona in quattro ettari

Via con l’annona. Nel tempo come racconta l’imprenditore agricolo si è puntato su varietà spagnole abbondando i cloni locali. Una nuova fase iniziata “con la crisi degli agrumi, poi siamo partiti anche con l’avocado e il mango. Sono destinati quattro ettari all’annona. Abbiamo importato dalla Spagna la varietà principe commerciale ovvero la Fino de Jete che ha dei vantaggi come garantire una maggiore accessibilità all’impollinatore e garantire la qualità migliore del frutto“.

Come sottolinea Eufrasia il mercato è soprattutto locale, non mancano collaborazioni con rinomate gelaterie, e qualche spedizione perchè il frutto ha tempi di consumo molto veloci e non può andare in frigo. Bisogna fare i conti anche con i cambiamenti del clima: “Fino a 15 anni fa si raccoglieva con 15 giorni di anticipo rispetto a oggi”.

Allungare la stagione del mango con nuove varietà

Bene l’annona, bene l’avocado ma soprattutto “abbiamo visto che il mango biologico funziona bene, c’è un’ottima richiesta, ma anche tanto lavoro da fare”. E soprattutto “la campagna del Kensington  Pride dura un mese, stiamo lavorando per allungare la stagione con nuove varietà che stiamo testando in campo. Quando finisce il mango, inizia l’avocado e poi il nespolo. Il mango occupa due ettari, ma vogliamo arrivare a sei totali“.

Carlo de Blasio di Palizzi (al centro) con operatori della ristorazione

Un’azienda diversificata dal 1989 quando è iniziata la produzione di frutta tropicale che conta sul supporto scientifico delle università, con docenti come Mariateresa Russo (gestisce il laboratorio di chimica degli alimenti dell’Università Mediterranea), e delle conoscenze di Domenica Scopelliti laureata al dipartimento di Agraria a Portici/Napoli e poi ricercatrice del Cnr presso l’Università Mediterranea di Agraria a Reggio Calabria.

Tanto sapere per far decollare la coltivazione dei frutti tropicali. Ma dall’azienda vogliono ricordare il contributo dell’Istituto sperimentale di frutticultura di Roma, guidato da Francesco Monastra. Un gruppo di studio, ne facevano parte anche i titolari dell’azienda, che nel 1988 parteciparono a una missione in Spagna “per reperire e studiare la frutta tropicale, parliamo di annona, mango, avocado, nespola del Giappone, passiflora e molto altro”.

Attenzione ai cambiamenti climatici

C’è tanto apprezzamento, c’è buona richiesta del prodotto commercializzato oltre che a km zero si lavora con McGarlet e la piattaforma online Orteat, ma massima attenzione ai cambiamenti climatici. “Sono frutti abituati a un clima subtropicale tra i 16/28 gradi e soffrono quando questi vengono superati. Annona in estate ha una curva di accrescimento del frutto nulla, l’avocado ha avuto forti problemi. Si rischia di arrivare al danno anche se si autoprotegge facendo cadere i frutti e così sopravvive  e anche una parte dei frutti”.

Il mango? “Allegagione eccezionale, poi ha scaricato prodotto ma è rimasto al di sopra della media”. L’estremizzazione delle temperature sta rivoluzionando le colture. “L’avocado della varietà Maluma in Sudafrica  ha il pregio  di accrescere il frutto con due gradi in più di temperatura”.

Resiste più delle altre varietà. “E’ talmente richiesta che bisogna  iscriversi al club e le piante vanno all’asta. Le altre si fermano a  28 gradi mentre questa cresce fino a 30 permette di recuperare anche 5/10 giorni di accrescimento. Non stiamo registrando la tropicalizzazione ma l’estremizzazione delle temperature con piogge, caldo e freddo non comuni. Queste coltivazioni in Calabria si sarebbero potuto curare meglio un secolo fa”.

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