Le aziende agricole giovani in Emilia Romagna sono cresciute del 7,2% nel periodo 2017-2021, con un incremento decisamente superiore rispetto alla media nazionale (+ 1,5%). Tuttavia, le oltre 2500 realtà guidate in regione da under 35 – nel dettaglio: 580 nella provincia di Ferrara, 310 a Bologna, 291 a Modena, poi Parma (287), Reggio Emilia (267), Piacenza (241), Ravenna (234), Forlì-Cesena (221) e Rimini (110) – rappresentano ancora solo il 4,4% del totale delle imprese agricole.
Pochi ma buoni a fare impresa
I dati sono quelli del rapporto 2022 giovani e agricoltura firmato da Ismea, Rete rurale nazionale e Masaf, che riconosce peraltro alla nuova generazione di imprenditori agricoli emiliano romagnoli tutta una serie di meriti. Ossia: circa il 20% delle aziende giovani svolge almeno un'attività remunerativa connessa con quella agricola e zootecnica, invece la percentuale del Paese si ferma mediamente al 11,6%. Ciò significa capacità di distinguersi e di impegnarsi in attività multifunzionali e attente al territorio (Dop, Igp, tipicità e riconoscimenti legati al turismo e alla enogastronomia), come ad esempio l'agriturismo, le fattorie didattiche, la trasformazione e vendita diretta di prodotti anche on line su piattaforme di e-commerce o in streaming, fino ad arrivare alla nuova frontiera della green economy, alla produzione di energie da fonti rinnovabili (biogas, biometano, fotovoltaico e agrivoltaico). Non solo, l'Emilia Romagna è tra le regioni con il maggior tasso di capi azienda giovani laureati (20,7%).
Confagricoltura punta sul progetto ricambio generazionale
Di qui nasce il progetto intergenerazionale di Confagricoltura Emilia Romagna, sancito con la stretta di mano tra il presidente regionale dei senior pensionati Anpa, Carlo Sivieri, e la presidente regionale dei giovani di Confagricoltura Anga, Alice Consoli, nel corso del forum ricambio generazionale svoltosi a Montegrotto Terme (in provincia di Padova).
“Molti giovani agricoltori danno continuità alle imprese familiari, al lavoro dei propri genitori e nonni. Lo sanno fare apportando innovazioni tecnologiche e organizzative. L'agricoltore senior, dal canto suo, rappresenta il passato, presente e futuro, porta in dote esperienza e professionalità che deve essere messa a disposizione dei più giovani. Con questo progetto iniziamo fin da ora una collaborazione costruttiva tra generazioni: un patto junior-senior per favorire il ricambio generazionale, affiancare la crescita e la diversificazione delle imprese giovani, in particolare nei territori più fragili, nelle aree marginali e montane, che rischiano l'abbandono», è il commento di Carlo Sivieri, presidente Anpa Emilia Romagna.
La voce dei giovani agric0ltori
Anche la presidente dei giovani di Confagricoltura Anga Emilia Romagna, Alice Consoli, saluta con soddisfazione il nuovo progetto intergenerazionale: “Le tecniche agronomiche sono in continua evoluzione, le lavorazioni sempre più puntuali, ma è necessario riprendere le buone pratiche del passato, a esempio, mettere in campo cover crop o colture di copertura per aumentare la sostanza organica nel suolo oppure utilizzare effluenti di allevamento per la fertilizzazione dei terreni. Si recuperano vecchie varietà per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Il supporto dell'agricoltore senior è poi fondamentale anche sotto il profilo motivazionale, ci consente – rimarca la presidente dei giovani imprenditori – di affrontare le avversità con saggezza e lucidità”.
Fonte: Confagricoltura Emilia Romagna