10 giugno 2024

In Emilia Romagna le regole per l’agrivoltaico

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Anche nelle aree agricole di pregio – come quelle biologiche e dedicate a colture con denominazione di origine –  le colture possono usufruire dei benefici dell’agrivoltaico. Il sistema che permette di incrementare il reddito delle aziende agricole migliorando le performance agronomiche ovvero più qualità dei frutti grazie alla protezione dalla troppa acqua e dal troppo sole.


Senza dimenticare la tutela in caso di eventi estremi oppure la mitigazione degli effetti di gelate e grandinate. Infine la riduzione del consumo dei trattamenti chimici e il risparmio delle risorse idriche. Ebbene si può fare, ma rispettando le regole. Quelle che si è data l’Emilia-Romagna grazie a una della delibera della giunta.


Un quadro più chiaro

Meno incertezza per le imprese che intendono investire nella produzione di energia da fonti rinnovabili in aree agricole. Questo l’obiettivo della giunta regionale che ha approvato la delibera sui criteri per l’individuazione delle aree interessate da coltivazioni certificate e procedure di controllo ai fini dell’installazione di impianti fotovoltaici in area agricola.


Ma cosa disciplina la delibera? Precisa puntualmente la definizione di produzioni agricole certificate ovvero produzioni biologiche; produzioni registrate presso il sistema di qualità nazionale produzione integrata; produzioni a denominazione d’origine e ad indicazione geografica; foraggi prodotti nella zona d’origine del formaggio Dop Parmigiano-Reggiano.


Agrivoltaico si, ma quello avanzato

La possibilità di produrre energia in terreni dedicati a colture di pregio e certificate è possibile solo grazie ad  impianti agrivoltaici avanzati ovvero che permettono la simbiosi tra attività agricole ed energetiche. Per di più nella loro estensione, non devono superare la misura massima del 10% delle aree interessate. Va bene, ma  senza una logica sostitutiva della funzione agricola dell’azienda.


Se poi l’agrivoltaico funziona si possono individuare “quote più elevate“. In questo caso solo dopo  il monitoraggio “dell’impatto degli impianti realizzati sulle colture, sul risparmio idrico, sulla produttività agricola per le diverse tipologie di colture e sulla continuità delle attività agricole e pastorali delle aziende agricole interessate”.


La Regione ha approvato anche le procedure di verifica della presenza di una o più colture certificate sulle superfici agricole interessate da impianti fotovoltaici ai fini della localizzazione degli impianti stessi. Insomma una chiara spinta all’energia pulita, alla funzione integrativa dal punto di vista economica ma con una incidenza minima sulle funzioni agricole.  Per saperne di più, cliccare sul link.

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