La notizia l'ha riportata bbc.com: in seguito a una modifica del quadro normativo, in Inghilterra è ora possibile lo sviluppo commerciale di alimenti geneticamente modificati.
Che cosa è cambiato
L'editing genomico, ossia la tecnica che consente di apportare precise modifiche genetiche al Dna di un organismo animale o vegetale, fino a qualche giorno fa anche in Inghilterra seguiva la stessa regolamentazione europea.
La quale, di fatto, impedisce lo sviluppo commerciale delle colture geneticamente modificate.
Con la Brexit il governo di Westminster ha però potuto allentare le regole e riscrivere la norma a sua piacimento, tanto che la nuova legge apre la strada, previa ulteriore votazione dei parlamentari, anche allo sviluppo di animali da allevamento geneticamente modificati.
Facendo sintesi, la nuova legge inglese consente l'uso dell'editing genomico e di altri altri metodi che potrebbero essere introdotti in futuro, a condizione che il risultato finale sia una coltura non diversa da una varietà che avrebbe potuto essere prodotta naturalmente. Pertanto, Si potranno impiegare geni per aumentarne la crescita o ridurre la dipendenza dai fertilizzanti poiché lo stesso cambiamento potrebbe essere prodotto incrociando diverse varietà. Richiederebbe solo molto più tempo.
Se i sostenitori degli ogm affermano che il nuovo provvedimento accelererà lo sviluppo di colture più resistenti, i critici prevedono un impatto negativo pesante sia sulle produzioni alimentari, sia sull'ambiente.
I favorevoli
Secondo Gideon Henderson, consulente scientifico e capo del dipartimento per l'Ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali (Defra), le nuove regole porteranno a una migliore produzione di cibo e porteranno posti di lavoro e investimenti in Inghilterra.
“Ciò che è cambiato è che ora possiamo utilizzare la tecnologia di riproduzione di precisione sviluppata in laboratorio e portarla nei campi, in modo da poter coltivare colture migliori e portarle sul mercato più rapidamente”, ha dichiarato.
“Se consideriamo la crescita della popolazione e l'aumento delle rese con i metodi tradizionali, siamo in ritardo – ha argomentato Mario Caccamo, responsabile del laboratorio Istituto nazionale di botanica agraria che si trova alle porte di Cambridge – Le proiezioni dimostrano che dobbiamo accelerare i tempi per migliorare le colture, altrimenti faremo fatica a sfamare il mondo”.
Sebbene l'azienda non abbia ancora annunciato nuovi piani di investimento in Inghilterra, sono eloquenti le parole di Lindy Blanchard, responsabile marketing di Bayer Crop Science: “Siamo davvero entusiasti e ci impegniamo ad aiutare gli agricoltori a superare le sfide del cambiamento climatico e a fornire alla società alimenti sicuri e sostenibili, quindi senza dubbio esamineremo la questione, ma passo dopo passo”.
I contrari
I detrattori del nuovo provvedimento normativo inglese temono che le colture geneticamente modificate nel Regno Unito non siano sottoposte ai test approfonditi richiesti per gli alimenti geneticamente modificati nell'Ue, il che potrebbe comportare l'introduzione di tossine e allergeni nella catena alimentare.
“L'intero processo di questa legge ha visto il governo consultare scienziati con interessi legati all'industria biotecnologica, che hanno assicurato che questa modifica della legge non avrà conseguenze – ha commentato la giornalista di Beyond GM Pat Thomas – La storia ha dimostrato che quando si elimina il controllo normativo, in particolare per gli alimenti e l'ambiente, si profila un disastro all'orizzonte”.
Secondo il Defra, invece, il pericolo non sussiste perché la Food standard agency (Fsa), autorizzerà la vendita dei prodotti geneticamente modificati solo se li riterrà esenti da rischi per la salute.
Un altro tema riguarda la circolazione dei prodotti: non è infatti chiaro come sarà impedito agli alimenti geneticamente modificati provenienti dall'Inghilterra di entrare in altre parti del Regno Unito, dove sono ancora vietati.
Per esempio il governo scozzese si oppone da tempo agli ogm e sul tema vuole rimanere al passo con l'Ue, anche se la sua posizione è osteggiata dalla Nfu Scotland (un'organizzazione che promuove e protegge gli interessi dell'industria agricola del Paese, ndr) che sostiene che gli agricoltori scozzesi siano penalizzati sul piano competitivo. Il governo dell'Irlanda del Nord, invece, deve attenersi al protocollo negoziato con l'Ue, che richiede di rispettare le regole relative alla definizione di colture gm in Europa.
Fonte: bbc.com