02 febbraio 2022

Inflazione: con la fiammata dei beni energetici è dramma nei campi

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La fiammata dei beni energetici a gennaio – con quelli regolamentati che segnano una crescita record del 93,5% su base annua – ha effetti diretti drammatici sulle imprese, in primis quelle agricole. I costi di produzione sono saliti alle stelle, soprattutto per serre, stalle e agriturismi, e ora il rischio è di compromettere semine e produzioni importanti, mettendo a repentaglio tutta la filiera agroalimentare, patrimonio nazionale da quasi 550 miliardi di euro. Così Cia-Agricoltori italiani, in merito ai dati Istat diffusi oggi, secondo cui l'inflazione è salita al 4,8% annuo, un livello che non si vedeva dal 1996.

“I prezzi dei beni alimentari sono aumentati del 3,8% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, con conseguenze immediate per i cittadini, trascinati però dagli aumenti enormi di acqua, elettricità e combustibili (+22,6%) e trasporti (+7,7%). Tutti rialzi che continuano a incidere fortemente sulla tenuta del settore agricolo e alimentare – ribadisce Cia – che necessita di molta energia per tutti i processi di produzione, trasformazione e conservazione dei prodotti. Senza contare che, in Italia, l'80% dei trasporti commerciali avviene su gomma, percentuale che però supera il 90% nel caso degli alimentari freschi”.

“Per questo, ora più che mai, bisogna tenere alta l'attenzione lungo la catena del valore e della distribuzione, immaginando più risorse e misure strutturali contro il caro energia sui campi e lungo la filiera – sottolinea Cia – anche per scongiurare speculazioni sui prezzi al dettaglio che né le aziende né i consumatori possono accettare“.

Fonte: Cia Agricoltori italiani

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