Il nuovo balzo dell'inflazione, che ad agosto segna +8,4% annuo, il dato più alto dal 1985, avrà ulteriori effetti drammatici sul portafoglio delle famiglie e sui bilanci delle imprese agricole. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito ai dati diffusi oggi dall'Istat.
I beni energetici continuano a trascinare l'aumento dei prezzi, registrando +44,9% sullo stesso periodo del 2021, e rendono i costi di produzione sempre più insostenibili per aziende, agriturismi, stalle, serre, vanificando di fatto gli sforzi del governo e i sacrifici dei produttori, alle prese anche con la lunghissima siccità che ha già causato danni accertati per oltre 3 miliardi.
Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia, commenta: “Il caro-energia è arrivato a livelli insopportabili. Siamo in piena emergenza con migliaia di aziende che rischiano di chiudere per colpa dei continui rincari. Ecco perché bisogna consolidare le misure previste dal Decreto Aiuti bis, ad esempio allargando il credito d'imposta per l'acquisto di gasolio agricolo a tutto il 2022-2023. O anche autorizzando, in sede Ue, le imprese del settore a immettere in rete energia elettrica prodotta con il fotovoltaico oltre i propri livelli annui di autoconsumo. Ora più che mai – continua Fini – serve tenere alta l'attenzione lungo la catena del valore e della distribuzione, immaginando più risorse, strumenti straordinari e interventi strutturali contro il caro-energia sui campi e lungo la filiera. Il prezzo dei beni alimentari lavorati è cresciuto del 10,5% ad agosto rispetto a un anno fa e sta incidendo pesantemente sul carrello della spesa delle famiglie. E' assolutamente necessario, quindi, scongiurare altri aumenti e rischi di speculazione sui prezzi al dettaglio che né le aziende né i consumatori possono accettare”.
Fonte: Cia