Non si registra ancora un gran fermento per le feste, il periodo più proficuo dell’anno per la frutta secca, settore che sta vivendo diverse criticità. “Troppa pioggia, troppo sole, poco e non eccellente prodotto più prezzi alti”.
Queste le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla filiera come ha spiegato a myfruit.it il grossista Marco Zaniboni, rappresentante della ditta Giorgio Laffi al mercato ortofrutticolo di Bologna. Una panoramica sulla situazione attuale del mercato, caratterizzata da una generale difficoltà di approvvigionamento e da prezzi elevati.
“Il clima sfavorevole, con eccessiva siccità o piogge intense, sta mettendo a dura prova i fornitori, creando difficoltà nelle consegne - sottolinea l'imprenditore bolognese - Questa situazione di instabilità climatica si riflette in una scarsità di prodotti e in un conseguente aumento dei prezzi”. I prodotti più in difficoltà sono l’uvetta sultanina e i fichi secchi, ma ci sono criticità anche per le noci mentre è una buona annata per le albicocche.
Nocciole italiane: a 4,50 quelle di Viterbo. Prodotto da Francia e Usa, sempre meno da Turchia
Le nocciole italiane con guscio provengono principalmente da “Viterbo e hanno un prezzo di 4,50 euro il chilo per le crude e 5/5,50 per le tostate - spiega Zaniboni - Sono disponibili anche nocciole francesi, di dimensioni più grandi, e poi arriveranno le Oregon dagli Stati Uniti. La Turchia ha ridotto le esportazioni verso l'Italia, preferendo orientarsi verso altri mercati”. Cresce il potere di acquisto di grandi Paesi come l’India che diventano interessanti per l’esportazione.
Manca l’uvetta, raddoppiato il prezzo
L'uvetta è un prodotto tipicamente richiesto durante il periodo festivo, pensiamo al suo utilizzo nei dolci del Natale. Ma quest è una campagna scarica. “La Turchia, principale produttore, ha ridotto la produzione, mentre la Grecia è quasi assente dal mercato. L'Iran fornisce piccole quantità di uvetta sbiancata, simile a quella cilena, ma non riscuote grande successo nel nostro mercato italiano - sottolinea l’imprenditore - I prezzi sono aumentati notevolmente, passando da 2,50 a 4,50/5 euro il chilo".
Pochi anche i fichi secchi
Pochi anche i fichi. “Prezzi alti dalla Turchia, all’inizio della campagna si è visto prodotto dalla Grecia, ma ora c’è scarsità”.
Zaniboni riprende il discorso sul clima: "Il caldo eccessivo ha compromesso la crescita e la resa dei frutti, poi troppa acqua. I prezzi sono elevati, fino a raggiungere i 14 euro il chilo”.
Zero problemi per le albicocche
Le albicocche, origine principalmente Turchia, “hanno registrato un calo dei prezzi, attestandosi sugli 8/9 euro il chilo rispetto ai 10/11 precedenti. La qualità è buona e non manca prodotto”.
Attenzione al calibro dei datteri
I datteri? “Sono presenti sul mercato, stiamo seguendo le evoluzioni. Quando i calibri sono piccoli non soddisfano la richiesta del mercato italiano, che predilige frutti di grandi dimensioni”.
Le noci Lara sono difficili da reperire, le francesi e le californiane costano meno
Poco prodotto e qualità inferiore, caratterizzata da un colore più scuro, che non ha portato ad una diminuzione dei prezzi, che si attestano sugli 8 euro per i calibri grossi. “Se facciamo un confronto con le noci francesi queste hanno un prezzo di 5 euro. Le noci californiane, con un prezzo di 4 euro il chilo, stanno iniziando ad arrivare sul mercato, principalmente in sacchi da 10 chili”.
Pistacchi californiani, ascesa degli anacardi. Il prezzo delle mandorle
I pistacchi, provenienti principalmente dalla California e in minima parte dall'Iran, hanno subito oscillazioni di prezzo a causa del cambio del dollaro. I prezzi per i pistacchi di grosso calibro (18/20 o 20/22) si aggirano sui 12/13 euro.
Le mandorle italiane con guscio quotano 3,30/3,50 euro il chilo, sono poco richieste e si utilizzano per il mix con nocciole e noci. "La gran parte del venduto è legato alle mandorle sgusciate americane, di alta qualità, sono disponibili a prezzi intorno ai 9/10 euro il chilo. Sul mercato sono presenti anche mandorle spagnole e italiane, quest’ultime di dimensioni più piccole, con prezzi intorno agli 8 euro il chilo".
Gli anacardi stanno guadagnando popolarità sul mercato, con “un conseguente aumento dei prezzi che variano tra i 10/11,50 euro il kg, fino a 13 euro e oltre per le confezioni extra.Il Vietnam è il principale fornitore, non va forte nel nostro mercato l’origine sudamericana”. Infine, le prugne secche mantengono un prezzo stabile nonostante il calo della domanda.