22 aprile 2024

Iniziative e riflessioni per la Giornata della Terra 2024

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“Oggi, nella Giornata della Terra, abbiamo l’occasione di sottolineare, ancora una volta, l’importanza che riveste l’agricoltura per la nostra nazione. Il Governo Meloni, sin dal suo insediamento, ha voluto rimettere questo settore al centro della propria agenda sia in Italia che in Europa. L’uomo può assumere un ruolo da protagonista nella tutela dell’ambiente”. Così il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, in occasione dell’Earth day, la Giornata della Terra.

“L’agricoltura – continua il ministro – rappresenta uno dei pilastri fondamentali della nostra società e della nostra economia. Ed è grazie all’impegno dei nostri agricoltori, che svolgono ogni giorno il ruolo di bioregolatori, che possiamo avere una così ricca biodiversità e permetterci di avere prodotti freschi e di alta qualità sulle nostre tavole. Il nostro Governo continuerà, dunque, a impegnarsi per valorizzare questo comparto e difendere il lavoro dei nostri produttori. L’agricoltura incide sulle aree interne, manutenendo il territorio e curando quei paesaggi che tutto il mondo ci invidia. Queste aree costituiscono il cuore pulsante della nostra identità culturale e della nostra storia. Occorre investire nelle tecnologie agricole innovative, affinché si riescano a garantire più produzioni, caratterizzate sempre dall’elemento della qualità, con una diminuzione di consumo di suolo”, conclude Lollobrigida.

Conad alla Giornata della Terra Torino 2024

Conad ha sostenuto  la Giornata della Terra Torino 2024, un appuntamento dedicato alla sostenibilità che si è tenuto ai Musei reali di Torino, sabato 20 aprile, a cura di AWorld e club Silencio.  In questa cornice Conad ha partecipato alla giornata attraverso un dialogo sul tema dell’importanza dell’azione individuale per il raggiungimento degli Sdg definiti dalle Nazioni unite, in cui Giuseppe Zuliani, direttore customer marketing e comunicazione di Conad, ha raccontato l’impegno dell’insegna nel promuovere comportamenti sostenibili verso gli 11,8 milioni di clienti che visitano settimanalmente i punti di vendita Conad in tutta Italia.
Insieme al fondatore di Rete Clima Paolo Viganò, partner di Conad nei progetti di forestazione, ai Giardini reali all’interno del Biodiversity hub è stato raccontato l’impegno di Conad per la tutela degli ecosistemi urbani, attraverso azioni di riforestazione mirate allo sviluppo di “Bio forest”.

Queste foreste urbane e periurbane possono definirsi Nbs (Nature based solutions) capaci di migliorare qualitativamente il territorio, proteggendo la biodiversità e contrastando il riscaldamento climatico.  Questa azione concreta a tutela dell’ambiente integra e rafforza l’iniziativa già messa in atto dall’insegna a partire dal 2022 in occasione del suo 60esimo anniversario, aderendo alla campagna nazionale “Foresta Italia” realizzata da Rete clima in collaborazione con Coldiretti e Pefc.

Il progetto Bio forest di Conad prevede la piantagione di 11mila alberi in 11 regioni italiane, mille in ciascuna regione, entro la primavera 2024, grazie al prezioso aiuto delle cooperative, dei soci e dei clienti Conad. A questo proposito, nei prossimi giorni saranno messe a dimora nell’area del torinese mille piante, tra arbusti e alberi, nel parco Stura sud e altre mille nel parco della Colletta, che si vanno ad aggiungere alle mille nel 2023 della prima edizione del progetto in collaborazione sempre con Rete clima.

“Noi di Conad abbiamo deciso di mettere la sostenibilità al centro del nostro business attraverso azioni concrete basate sulla partecipazione e sull’inclusività, supportando la crescita e il benessere delle comunità in cui operiamo ogni giorno. – dichiara Giuseppe Zuliani, direttore customer marketing e comunicazione Conad – Ciò significa anche promuovere comportamenti responsabili presso i nostri clienti attraverso iniziative di collezionamento sostenibile, il supporto a progetti di riforestazione o il sostegno ad eventi che mirano ad aumentare la consapevolezza dei cittadini sui temi dello sviluppo sostenibile, come fa la Giornata della Terra Torino 2024 con eccellenti risultati”.

Realizzata con l’obiettivo di stimolare la partecipazione attiva dei cittadini sui temi degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite (Sdg) e della sostenibilità,  la giornata della terra Torino 2024 ha previsto un programma ricco di attività, come workshop, momenti di divulgazione e comunicazione, webinar, swap, clean-up e musica, pensati per diverse fasce di pubblico. L’edizione 2023 della manifestazione ha visto 25mila persone presenti, con oltre 60 attività in calendario e oltre 100 speaker. Il sostegno alla giornata della terra Torino 2024 rientra nella strategia concreta di sostenibilità di Conad, “Sosteniamo il futuro”, basata su tre dimensioni: ambiente e risorse, persone e comunità, imprese e territorio.

Aiab, Romano: “Puntare sul bio”

“La Giornata della Terra non può essere solo un appuntamento sul calendario, ma deve trasformarsi un momento di seria e attenta riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta. Non possiamo pensare che guerre e crisi sanitarie non abbiamo gravi ripercussioni anche sulla crisi ambientale che stiamo vivendo, anzi subendo”: è’ quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente dell’associazione italiana di agricoltura biologica (Aiab) in occasione della Giornata mondiale della Terra che si celebra oggi, lunedì 22 aprile 2024.

“Non possiamo nascondere che il nostro pianeta – aggiunge Romano – è sempre più in difficoltà perché sfruttato e inquinato da produzioni industriali che devono soddisfare i bisogni di una popolazione in continuo aumento. Le stime prevedono che nel 2050 ci saranno nove miliardi di persone ad abitare questo pianeta. Una bella sfida dare da mangiare a tutti e soddisfare i bisogni di tanta umanità senza fare grandi danni. L’umanità utilizza oggi circa il 60% in più di quanto la terra è capace di offrire. In questo quadro così fosco – continua Romano – si avvisano i primi segnali di risveglio e di presa di coscienza di quanto sta accadendo. Infatti, si sta diffondendo una sempre maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente e della propria salute e da parte dei consumatori, che ha portato a un’ampia diffusione di prodotti biologici negli ultimi 20 anni. Di conseguenza, le coltivazioni biologiche in Italia sono raddoppiate rispetto a due decenni fa. Il cibo biologico permette di evitare, tra le altre cose, i pesticidi chimici che possono rappresentare un rischio per la salute. Gli alimenti provenienti da agricoltura biologica hanno un contenuto di antiossidanti tra il 20 e il 70% più elevato rispetto a quelli provenienti dall’agricoltura tradizionale”.

“L’agricoltura biologica – sottolinea Romano – è una tipologia di coltivazione che si muove nel perfetto rispetto della natura. Questo vuole dire che non vengono utilizzati pesticidi chimici potenzialmente devastanti per la salute del consumatore. È sempre più frequente la scelta delle persone di acquistare alimenti biologici al posto di quelli convenzionali, una scelta dovuta a una precisa voglia di ritornare a una situazione più naturale e salutare rispetto a quelle proposte negli ultimi decenni dai metodi di produzione industriali. Ma questo grande cambiamento di rotta non è solo del pubblico, sono infatti anche numerosissimi i piccoli produttori che decidono di rinnovare i propri metodi di produzione, puntando con forza sul fattore biologico”.

“Il settore Bio – spiega ancora Romano – è in grande crescita, con un +5,1% di superficie per i terreni biologici, per un totale di 16,9 milioni di ettari di bio nei paesi dell’Ue. In particolare, siamo molto soddisfatti dell’incremento della superficie agricola utilizzata nel contesto europeo. Soprattutto è bene rilevare come l’Italia sia stabilmente tra i paesi più biologici in Europa, con 2,3 milioni di ettari di terreni bio. Perciò vogliamo evidenziare come sia assolutamente necessario non avere paura di credere e investire in questo tipo di agricoltura, che rappresenta uno degli strumenti più importanti per uscire dalla gravissima crisi climatica che stiamo affrontando e che vede ormai il sistema agricolo quasi al collasso. Bisogna quindi spingere – conclude Romano – verso una transizione agro-ecologica dell’agricoltura, che non è più procrastinabile, anche se comporta scelte importanti e difficili. Sappiamo che l’Italia è tra i paesi più forti da questo punto di vista, e quindi sappiamo che siamo in grado di vincere la sfida. Fondamentale, però, è operare in stretta collaborazione con gli agricoltori, favorendo così le attività di accompagnamento alla crescita di questo settore. Questa è l’unica strada percorribile per salvare la nostra terra”.

Coldiretti: il consumo di suolo brucia un miliardo di cibo all’anno

Il consumo di suolo fertile brucia in Italia un miliardo di euro di cibo all’anno, con cementificazione e fotovoltaico selvaggio che erodono migliaia di ettari di terreni agricoli aggravando la dipendenza alimentare dell’Italia dall’estero.
E’ quanto emerge una stima Coldiretti su dati Crea-Ispra. Guerre e pandemia non hanno fermato il consumo di suolo che, secondo l’ultimo rapporto Ispra, anzi, ha accelerato arrivando a cancellare 76,8 chilometri quadrati ettari di terreni, alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo. Un dato in aumento del 10% rispetto all’analisi precedente e che ci dicono che, complessivamente, le superfici occupate ammontano a poco meno di 2,2 milioni di ettari (il 7,14 % del totale nazionale).

Ai danni causati dalla cementificazione, si stanno aggiungendo quelli del fotovoltaico selvaggio, denuncia Coldiretti, con la copertura di intere aree agricole produttive con distese di ettari di pannelli a terra. Impianti spesso realizzati da fondi di investimento speculativi e resi possibili da un far west normativo che deriva dall’assenza di regole di governo del territorio.

Il caso della Tuscia

La provincia di Viterbo rappresenta un caso simbolo, dove gli agricoltori della Coldiretti stanno lottando contro la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici a terra e di pale eoliche in una situazione in cui quasi la metà della superficie agricola utilizzata in provincia è stata già occupata dai pannelli.

Al contrario la Coldiretti sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso, ad esempio, le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio.

“L’erosione di terreni fertili mette oggi a rischio la sovranità alimentare del Paese ed è necessario invertire la rotta, mettendo finalmente dei paletti al fotovoltaico selvaggio – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – Un altro passo essenziale è accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.

Il progetto ViSS

In questo contesto, il progetto ViSS, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon Europe, si pone come risposta proattiva agli obiettivi di riduzione dell’inquinamento da plastica. Il progetto mira a sostituire i polimeri fossili con soluzioni biodegradabili, contrastando i problemi ambientali legati alla gestione della plastica convenzionale.

ViSS vuole garantire la conformità alle normative europee, fornendo strumenti digitali e supportando l’adozione di plastiche biobased e biodegradabili. Il progetto esplora alternative sicure e sostenibili rispetto alle plastiche di origine fossile, puntando a costruire una robusta catena di valore ottenuta dal Phbv, un copolimero del Pha, ottenuto da scarti organici industriali, con caratteristiche adatte al packaging alimentare.

La plastica di ViSS sarà flessibile, malleabile, riciclabile e biodegradabile in vari ambienti, inclusi quelli marini, d’acqua dolce, terrestri, nonché nel compostaggio industriale e domestico. La nuova filiera proposta dal progetto europeo sarà costruita adottando un approccio collaborativo. Verranno infatti condotte diverse iniziative che mirano al coinvolgimento e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica in merito all’importanza di privilegiare il consumo delle plastiche biodegradabili rispetto a quelle di origine fossile.

Coordinatore del progetto ViSS è il centro tecnologico con sede in Spagna, Cetec – technology centre of plastics and footwear, specializzato in materie plastiche e bioplastiche, attivo nell’ambito dei programmi di finanziamento Ue. Cetec Biotechnology, spin-off di Cetec focalizzato sulla produzione di Phbv, partecipa al progetto come partner chiave per la creazione della catena del valore biobased ViSS. In Italia, ViSS annovera tra i partner italiani Icons, organizzazione leader nella comunicazione scientifica, impegnata nella diffusione dei risultati del progetto.

“L’impatto negativo delle plastiche fossili sull’ambiente è ben evidenziato nel piano d’azione dell’Ue per l’economia circolare –  afferma Marcello Bardellini, project management officer di Icons, – Il progetto ViSS rappresenta una soluzione a questo problema, stabilendo una filiera sostenibile per la plastica e valorizzando i residui dell’industria alimentare, oltre a sviluppare packaging alimentari riciclabili e biodegradabili”.  ViSS ambisce a ridurre del 57,8% le emissioni di CO2 rispetto ai processi di produzione basati sui combustibili fossili, conseguendo un risparmio annuale di 11,7 kt di petrolio grezzo e un ricircolo di 288,95 kt di biomassa, evitando l’uso di 2,2 kt di sostanze pericolose.

Fonte: Masaf – Conad – Aiab –  Coldiretti – Viss 

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