In attesa di poter toccare con mano le novità del settore melicolo nella edizione 2021 di Interpoma, in programma dal 4 al 6 novembre 2021 in presenza a Fiera Bolzano, gli operatori professionali hanno promosso il nuovo format digitale pensato dagli organizzatori per questo 2020. Interpoma Connects 2020: Digital Days for the Apple Economy, svoltosi il 19 e 20 novembre scorsi, ha offerto momenti di confronto e dibattiti, opportunità commerciali e ha dato la possibilità a startup innovative di presentare le proprie idee a una giuria di esperti e potenziali investitori. “L'elevato numero di partecipanti internazionali ha dimostrato in modo impressionante che Interpoma è la principale piattaforma globale per il settore della mela, anche in forma digitale. Siamo molto soddisfatti del risultato e abbiamo potuto acquisire una preziosa esperienza che ora ci aiuterà a sviluppare Interpoma in una piattaforma ancora più forte e ibrida, ovvero in un mix di esperienze live e contenuti digitali”, ha dichiarato Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano.
Interpoma Congress
Il consueto appuntamento con Interpoma Congress, da sempre un punto di riferimento a livello internazionale per conoscere e approfondire i temi più attuali del settore della mela, quest’anno è approdato online e ha confermato il successo che da sempre lo contraddistingue come evento unico nel panorama melicolo: con due temi chiave che hanno fatto da filo conduttore ai 14 interventi dei relatori presenti, si sono registrati oltre 650 partecipanti al live streaming.
Nella prima giornata, coordinata da Michael Oberhuber, direttore del Centro di sperimentazione Laimburg, si è parlato del rapporto tra agricoltori e consumatori e di melicoltura sostenibile. Qui trovate il nostro racconto.
Wilhelm Kremer-Schillings, meglio conosciuto come “Bauer Willi”, sostiene che i cittadini amano i contadini perché considerano il loro mondo idilliaco, legato alla natura, alla tradizione e ai costumi, ma il problema è che non amano la loro agricoltura, perché si affidano a come viene presentata dai mezzi di comunicazione. Per Bauer Willi questo è un problema, che deve essere risolto direttamente dagli agricoltori. In che modo? Cambiando atteggiamento, mettendosi in gioco attraverso il dialogo e la trasparenza con i giornalisti e con i social media, utilizzando un vocabolario che tutti possono capire per raccontare con onestà quello che sta dietro al lavoro dell’agricoltore.
Al suo intervento ha fatto eco Christian Josephi, dell’agenzia Panama pr di Stoccarda, che sostiene che “Va di moda denigrare l'agricoltura. Il motivo è che c'è discrepanza tra il romanticismo della natura evocato dalla pubblicità e gli “scandali” legati all'agricoltura che vengono diffusi dai media e dai social media. Il cibo viene presentato come un credo, una religione, e per questo è terreno fertile per le notizie scandalistiche. Per riuscire a sopravvivere in questo panorama mediatico, bisogna diffondere notizie positive comunicando se stessi. La sostenibilità è un tema che potrebbe sembrare inflazionato, ma se una azienda si comporta bene è giusto che lo comunichi, crea fiducia nel consumatore”. Di sostenibilità hanno parlato Georg Kössler, presidente Consorzio Mela Alto Adige Igp, che ha introdotto l’intervento successivo di Alfred Strigl di Plenum. Strigl ha presentato la strategia di sostenibilità del Consorzio, sustain.apple. “Il primo passo di una strategia è quello di coinvolgere il numero più vasto di persone con cui confrontarsi, scambiarsi opinioni, ed è quello che è stato fatto nell'ultimo anno per arrivare a realizzare una strategia di sviluppo sostenibile della melicoltura altoatesina. La strategia si snoda in tre ambiti: la mela dell'Alto Adige come modello esemplare nel mondo; alimentiamo la popolazione in modo sano; la natura dalla nostra parte”. A concludere I lavori della prima giornata è stato Arnold Schuler, assessore all'agricoltura della Provincia di Bolzano. Schuler ha presentato un progetto di tre anni che ha l’obiettivo di far diventare l’Alto Adige il primo d’Europa ad alto tasso di biodiversità.
La seconda giornata ha affrontato temi più tecnici, dai residui ai fitofagi fino a un focus sui portinnesti, ed è stata condotta da Gerhard Dichgans, massimo esperto e consulente del settore, nonché coordinatore di Interpoma Congress. Il primo intervento è stato di Massimo Tagliavini, professore della Libera Università di Bolzano, che ha affrontato il tema della “Impronta carbonica della mela”. “Gli esperti sostengono che se non siamo in grado di affrontare il problema delle emissioni di gas serra, le conseguenze sulla temperatura saranno drammatiche. Ognuno deve fare la sua parte, anche l’agricoltura”. In tutto il mondo, la superficie dedicata al melo è inferiore allo 0,5% del totale dei terreni coltivati, tuttavia è un tipo di coltivazione intensiva e in alcune zone, come l’Alto Adige, rappresenta il principale utilizzo del suolo. “C’è ampio spazio per la riduzione delle emissioni, sia nella fase sul campo, che nel momento dell’imballaggio e anche del successivo trasporto. Fase campo: riduzione dell’utilizzo di fertilizzanti, riduzione degli interventi sulla pianta preferendo la coltivazione di varietà resistenti a certi patogeni, riduzione del carico di lavoro che comporta il consumo di combustibili fossili, sfruttamento della capacità del terreno di stoccare CO2. Fase di imballaggio: migliorare la quota di energia rinnovabile, riduzione della quantità di materiale utilizzato per l’imballaggio si può invece agire sul maggiore utilizzo delle energie rinnovabili e la riduzione della plastica. Fase di trasporto: evitare il trasporto su camion per le lunghe distanze, preferire altri mezzi come aereo o nave”, conclude Tagliavini.
Si può dunque produrre a “zero residui”? Per rispondere a questa domanda, Alain Vialaret – ex direttore dell’azienda francese Blue Whale -, ha presentato un progetto pionieristico allo scopo di commercializzare prodotti a “zero residui”, per rispondere alle esigenze del consumatore francese, forse il più sensibile all’utilizzo dei pesticidi. Nel 2018 è quindi nata la Cooperativa “Collectif Nouveaux Champs”, che ad oggi conta 60 membri in rappresentanza di 5.000 produttori francesi. Al momento sono 36 prodotti continuativi all’anno che riescono a fregiarsi del bollino “Zéro résidu de pesticides”, attraverso rigide procedure di controllo che possono anche arrivare a declassare alcune varietà. Ma come conciliare una produzione “zero residui” con la presenza di fitofagi? La Prof. Luciana Tavella dell'Università di Torino ha presentato lo stato dell'arte sul caso della cimice asiatica, una specie autostoppista che viaggia tramite gli scambi commerciali e che si presenta come piuttosto aggressiva. Qui il nostro approfondimento.
A concludere i lavori di Interpoma Congress un focus sui portinnesti, per la prima volta protagonisti del Congresso in 20 anni di storia. Da oltre 100 anni è disponibile il portinnesto M9, che oggi domina senza eguali in Europa e non solo. Ma niente dura per sempre, vero? Walter Guerra, capo pomologo del Centro Sperimentale Laimburg, ha potuto accogliere i rappresentanti di tre programmi di allevamento estremamente promettenti in tutto il mondo per rispondere a questa domanda, provenienti da Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Stati Uniti. È diventato chiaro che i portainnesti hanno un'influenza sulla resa e sulla qualità dei frutti e possono contribuire a una coltivazione delle mele più sostenibile e adatta al clima. In futuro, gli agricoltori avranno accesso non solo a molte nuove varietà di mele, ma anche a una serie di portinnesti innovativi.
Interpoma Business Match
Due giorni di 138 incontri commerciali virtuali tra 256 operatori professionali provenienti da oltre 40 Paesi del mondo: sono i numeri di Interpoma Business Match, la piattaforma di brokeraggio virtuale – organizzata in collaborazione con la Camera di Commercio di Bolzano e EEN Enterprise Network – che durante Interpoma Connects ha messo in connessione tutto il mondo della mela, dagli Stati Uniti alla Cina passando per l’Italia e la maggior parte degli Stati Europei.
Interpoma Startup Award
Fiera Bolzano ha da sempre dato ampio spazio all'innovazione e quest’anno, in collaborazione con l’agenzia What A Venture, ha ideato Interpoma Startup Award, un premio alla migliore soluzione innovativa per il settore melicolo. Sono state oltre 2.700 le startup che sono state prese in considerazione per poi giungere alla selezione finale di 11 realtà che hanno potuto partecipare alla “pitching session” virtuale durante Interpoma Connetcs. Davanti a una giuria di alta qualità, formata da esperti del settore melicolo e del settore dell’innovazione, ogni startup ha avuto 3 minuti a disposizione per presentare al meglio la propria soluzione e altri 3 minuti per rispondere alle domande dei giurati. A conquistare la vittoria è stata l’austriaca Pixofarm, una applicazione mobile che, scattando foto a un vasto numero di mele, consente di ottenere informazioni in tempo reale sullo stato dei frutti e di fare previsioni sui risultati finali, anche sul calibro. La startup vincitrice si è aggiudicata la possibilità di esporre gratuitamente con un proprio stand a Interpoma 2021.
Il prossimo appuntamento con Interpoma sarà a Fiera Bolzano, dal 4 al 6 novembre 2021. Nel 2021 si svolgerà anche la prima edizione di Interpoma Award, premio riservato ai progetti pionieristici nell’ambito della innovazione varietale. Le candidature sono già aperte e potranno pervenire entro il 31 agosto prossimo.