Superare i cugini di Coop, diversificare l’offerta con l’apertura in 3 anni di 100 punti vendita dedicati al pet food, dedicare più spazio ai freschissimi, affrontare la sfida lanciata da Amazon. Sono alcuni dei temi affrontati da Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, nonché presidente di ADM e Fruit Innovation, sul Corriere Imprese Emilia-Romagna di lunedì 25 aprile.
In una lunga intervista, il manager alla guida del secondo player della Gdo Italiana – che non nasconde l’obiettivo, ora che la distanza da Coop è di un solo punto percentuale nella quota di mercato, di diventare il numero uno – tocca più temi che riguardano non solo Conad, ma il mondo del retail in generale. E-commerce incluso.
La prima novità del 2016 per Conad sarà l’apertura di 20 punti vendita denominati “Conad Pet” dedicati al pet food, che nel giro di tre anni dovrebbero diventare 100 e che porteranno all’assunzione di 100 persone.
Per quanto riguarda l’evoluzione in generale della Gdo, la contrazione del formato “Iper” secondo l’ad di Conad è un dato di fatto che non si sa quando si fermerà. «Oggi i bacini di attrazione degli iper si sono ristretti e la diferenza ridotta di prezzi rispetto ad altri esercizi non giustifica il prezzo della benzina per andarci» sostiene nell’intervista Pugliese.
All’interno di uno scenario in continua trasformazione, l’evoluzione dei punti vendita di Conad (3.602 negozi in tutta Italia che nel 2015 hanno realizzato un giro d’affari 12,2 miliardi di euro, +4,2%) punterà sui freschissimi, che acquisiranno sempre maggior spazio, e sui prodotti a marchio con il lancio a breve della nuova linea “Verso natura”, che avrà come “pilastri”, dedicata non solo al food, concetti come bio, vegetale, ecosostenibile ed eco-compatibile.
La risposta ad Amazon?
«Ben venga Amazon! Lo contrasteremo con l’acquisto e il ritiro in punto vendita»
afferma Pugliese che, più che spaventato, appare scettico rispetto all’entrata del colosso americano nel food, sia confezionato che fresco. «Amazon in 15 anni ha decuplicato il valore della propria impresa senza fare profitto. L’alimentare inoltre vende al di sotto di quello che paghiamo noi: c’è qualcosa che non torna e forse qualche valutazione da fare in termini di dumping».
Anche sulle nuove startup specializzate nel food delivery (vedi ad esempio le nostre interviste a FruttaWeb o a Cortilia), benché abbiano un pubblico specifico, Pugliese si chiede:
«Chi garantisce la sicurezza dei loro alimenti? Lo sa che nell’ortofrutta a domicilio la percentuale di pezzi ammaccati e poi resi è del 30% circa?».
Secondo Pugliese, insomma, la relazione e il rapporto umano quando si va a fare la spesa alimentare rimangono dei punti fermi, nonché un fattore fondamentale per Conad che non a caso continua a essere fedele al suo storico slogan “Persone oltre le cose”.
Niente Fico-Eataly perché c’è già la Coop e poi «non ce l’ha proposto nessuno». Infine, un messaggio all’Emilia-Romagna, una delle grandi capitali del food italiano, e alla sua grande tradizione di cooperazione e aggragazione. «Vedo che questa spinta si è arrugginita e non va bene. Il dovere dei migliori è trainare, sia sul fronte inprenditoriale ma soprattutto su quello cooperativo».
Fonte news: Corriere Imprese Emilia – Romagna