14 marzo 2019

Italia, export alimentare in UK +2%. Con Brexit “no deal” tagli ai dazi

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Manca poco al temine del 29 marzo e l'eventualità di una Brexit “no deal” per il Regno Unito dall'Unione Europea è molto vicina. Da qui la decisione, ieri, da parte del Governo britannico di tagliare temporaneamente le tariffe d'importazione su un numero abbastanza cospicuo di prodotti alimentari nel caso l'uscita senza accorda si tramutasse in realtà. La riduzione dei dazi, infatti, è una delle contromisure per calmierare i prezzi delle forniture alimentari che invece potrebbero schizzare in alto a causa della loro, quanto meno iniziale, difficile reperibilità. Il Regno Unito, infatti, importa dall'Europa 1/3 dei prodotti alimentari, quantità che sale alla metà considerando anche gli altri Paesi.

L'Italia nel 2018 ha esportato prodotti agroalimentari in UK per 3,4 miliardi di euro, +2% rispetto all'anno precedente, un record sottolinea la Coldiretti analizzando i dati Istat. Se il vino è la prima voce con 827 milioni di euro, trainata dal successo del Prosecco (348 milioni) al secondo posto troviamo l’ortofrutta sia fresca che trasformata (compresi i derivati del pomodoro) con 234 milioni complessivi.

E in generale l'ortofrutta è uno dei prodotti agroalimentari che più verrebbero penalizzati dall'uscita dall'Unione Europea senza accordo, considerando la quasi totale dipendenza dalle importazioni per il Regno Unito, con grandi preoccupazioni non solo per l'impennata dei prezzi, ma anche le ripercussioni sulla salute dei cittadini in caso di probabile calo dei consumi (vedi studio qui).

“La mancanza di un accordo è lo scenario peggiore perché rischia di rallentare il flusso dell’export, ma a preoccupare è anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento alla famosa etichetta nutrizionale con il semaforo sugli alimenti “che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che – conclude Coldiretti – boccia ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop)”.

Nella foto in alto il reparto ortofrutta di un supermercato Tesco (Fonte: Fruitnet)

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