È uno scenario sicuramente ricco ed articolato quello della IV gamma, non scevro di contraddizioni, anche a causa dell’attuale contesto economico che certamente non agevola il normale processo di stabilizzazione e maturità, dopo anni di crescita impetuosa. L’incontro organizzato da AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) IV gamma, al Cibus di Parma è stato certamente ricco di spunti: alcuni incoraggianti, altri che preoccupano o quanto meno lasciano perplessi un po’ tutti gli operatori del settore, dai produttori ai distributori. E l’incipit che ha dato poi il via alla tavola rotonda dal titolo “Salto di qualità per la Quarta Gamma italiana: l’evoluzione dei rapporti fra produzione e distribuzione, nuove opportunità per lo sviluppo del settore” è arrivato dalla presentazione di Simone Nucci, Client Service Director Nielsen, che ha illustrato i dati relativi al comparto della IV Gamma in Italia.
– Scende di due punti a valore il mercato (705.345 milioni di euro), mentre tiene a volume (confrontando il primo trimestre del 2014 con il 2013 cresce dell’1,3%). Si abbassa, invece, il prezzo medio: un andamento che accomuna il 2012, così come il 2013 e il primo trimestre del 2014, con una decrescita ogni anno del 2% di media.
– Cresce sia l’assortimento medio che lo spazio sugli scaffali dei prodotti di IV Gamma. Nel primo caso, dal 2007 a oggi, si registra un incremento del 46%, nel secondo caso lo spazio che questi prodotti guadagnano nella Gdo, seppure si sia registrato un leggero assestamento nell’ultimo anno, continua ad aumentare, con una media di circa 15 metri.
– Continua la crescita del numero di famiglie che consumano IV Gamma: +0,6% a fine marzo 2014 rispetto all’anno precedente, pari a poco più di 18milioni. La spesa media per famiglia, pari a 34,73 euro, invece, è rimasta identica a quella dell’anno passato e quindi, nonostante l’alta penetrazione tra le famiglie italiane non ha ancora raggiunto quello della verdura a peso variabile.
– È un mercato ancora molto concentrato: solo il 20% delle famiglie che comprano IV gamma genera il 63% dei volumi, con una spesa media che raggiunge anche gli 80euro all’anno. Il grosso degli acquisti si concentra nel nord del Paese, con tassi di penetrazione poco superiori al 50% nel sud.
– Analizzando le quote a volume dei canali, in cima troviamo i supermercati (46,1%), poi gli Ipermercati (28,7%) e a chiudere i liberi servizi (14,2%) e i discount (10,9%). Questi ultimi , anche se non più come un tempo, continuano a crescere anche in questo comparto, così come in generale la loro attenzione al fresco.
– Le marche del distributore dominano il mercato con una quota di mercato pari al 66%, la percentuale in assoluto più alta tra le private label della Gdo.
– L’ingresso costante sul mercato di piccoli produttori di IV gamma sta contribuendo a far perdere valore a questo settore, con l’utilizzo soprattutto di prezzi molto aggressivi, che competono anche con quelli delle marche del distributore.
– Scendendo nel dettaglio dei segmenti della IV gamma, a valore perdono tutti: mix creativi -1,8%, mono selezioni -0,7%, le soluzioni come i piatti unici -14,2%, le speciali -16,1%. Tra i formati crescono quelli piccoli, sotto i 100 grammi di prodotto, per il prezzo conveniente a confezione e la praticità che evita gli sprechi.
– L’impatto delle innovazioni risultano fondamentali per la tenuta del mercato in termini di volumi. Ma le nuove referenze vengono proposte a prezzi bassi, addirittura inferiori a quelli lanciati l’anno precedente o a quelli classici già esistenti sul mercato. Le referenze che sono state lanciate negli ultimi due anni sviluppano il 13% del fatturato. Sui 43 milioni di euro di fatturato sviluppati dai nuovi lanci di prodotto, l’industria di marca recita un ruolo attivo con quasi 28 milioni di euro.