06 maggio 2014

IV Gamma. Lo stato dell’arte al Cibus

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È uno scenario sicuramente ricco ed articolato quello della IV gamma, non scevro di contraddizioni, anche a causa dell’attuale contesto economico che certamente non agevola il normale processo di stabilizzazione e maturità, dopo anni di crescita impetuosa. L’incontro organizzato da AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) IV gamma, al Cibus di Parma è stato certamente ricco di spunti: alcuni incoraggianti, altri che preoccupano o quanto meno lasciano perplessi un po’ tutti gli operatori del settore, dai produttori ai distributori. E l’incipit che ha dato poi il via alla tavola rotonda dal titolo “Salto di qualità per la Quarta Gamma italiana: l’evoluzione dei rapporti fra produzione e distribuzione, nuove opportunità per lo sviluppo del settore” è arrivato dalla presentazione di Simone Nucci, Client Service Director Nielsen, che ha illustrato i dati relativi al comparto della IV Gamma in Italia.

Scende di due punti a valore il mercato (705.345 milioni di euro), mentre tiene a volume (confrontando il primo trimestre del 2014 con il 2013 cresce dell’1,3%). Si abbassa, invece, il prezzo medio: un andamento che accomuna il 2012, così come il 2013 e il primo trimestre del 2014, con una decrescita ogni anno del 2% di media.

Cresce sia l’assortimento medio che lo spazio sugli scaffali dei prodotti di IV Gamma. Nel primo caso, dal 2007 a oggi, si registra un incremento del 46%, nel secondo caso lo spazio che questi prodotti guadagnano nella Gdo, seppure si sia registrato un leggero assestamento nell’ultimo anno, continua ad aumentare, con una media di circa 15 metri.

Continua la crescita del numero di famiglie che consumano IV Gamma: +0,6% a fine marzo 2014 rispetto all’anno precedente, pari a poco più di 18milioni. La spesa media per famiglia, pari a 34,73 euro, invece, è rimasta identica a quella dell’anno passato e quindi, nonostante l’alta penetrazione tra le famiglie italiane non ha ancora raggiunto quello della verdura a peso variabile.

– È un mercato ancora molto concentrato: solo il 20% delle famiglie che comprano IV gamma genera il 63% dei volumi, con una spesa media che raggiunge anche gli 80euro all’anno. Il grosso degli acquisti si concentra nel nord del Paese, con tassi di penetrazione poco superiori al 50% nel sud.

– Analizzando le quote a volume dei canali, in cima troviamo i supermercati (46,1%), poi gli Ipermercati (28,7%) e a chiudere i liberi servizi (14,2%) e i discount (10,9%). Questi ultimi , anche se non più come un tempo, continuano a crescere anche in questo comparto, così come in generale la loro attenzione al fresco.

Le marche del distributore dominano il mercato con una quota di mercato pari al 66%, la percentuale in assoluto più alta tra le private label della Gdo.

L’ingresso costante sul mercato di piccoli produttori di IV gamma sta contribuendo a far perdere valore a questo settore, con l’utilizzo soprattutto di prezzi molto aggressivi, che competono anche con quelli delle marche del distributore.

– Scendendo nel dettaglio dei segmenti della IV gamma, a valore perdono tutti: mix creativi -1,8%, mono selezioni -0,7%, le soluzioni come i piatti unici -14,2%, le speciali -16,1%. Tra i formati crescono quelli piccoli, sotto i 100 grammi di prodotto, per il prezzo conveniente a confezione e la praticità che evita gli sprechi.

L’impatto delle innovazioni risultano fondamentali per la tenuta del mercato in termini di volumi. Ma le nuove referenze vengono proposte a prezzi bassi, addirittura inferiori a quelli lanciati l’anno precedente o a quelli classici già esistenti sul mercato. Le referenze che sono state lanciate negli ultimi due anni sviluppano il 13% del fatturato. Sui 43 milioni di euro di fatturato sviluppati dai nuovi lanci di prodotto, l’industria di marca recita un ruolo attivo con quasi 28 milioni di euro.

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