Nel padiglione Slow Food di Expo non sembrano essere particolarmente “orgogliosi” della IV gamma italiana: «…l’insalata tagliata e confezionata è più cara, trattata con adittivi e meno sostenibili…La soluzione? Compra l’insalata fresca non confezionata» si legge in una delle tre aree allestite dal movimento della chiocciola. Ma non molto lontano dai sostenitori del “buono, pulito e giusto”, si è parlato invece proprio di “orgoglio italiano” per descrivere questo comparto dell’agroalimentare nostrano.
Nel padiglione Cibus è Italia di Federalimentare a Expo, infatti, mercoledì 3 giugno AIIPA IV Gamma ha deciso di dare appuntamento a operatori del settore e della grande distribuzione per fare un punto della situazione con una tavola rotonda dal titolo “Quarta Gamma, Orgoglio Italiano. Nuova regolamentazione e opportunità per lo sviluppo del settore: tutti gli aspetti per cui l’Italia traina la IV gamma in Europa”.
Sebbene negli ultimi 3 anni i ritmi di crescita si siano fermati, come era normale succedesse dopo i numeri a due cifre che hanno contraddistinto il mercato italiano dal 2000 sino al 2012, l’Italia continua a rappresentare uno scenario di riferimento nel contesto europeo. Prima della tavola rotonda (vedi qui), è stata una ricerca presentata da Monica Pesce, managing director Valdani Vicari e Associati Bruxelles Ltd, a tracciare alcuni punti salienti del settore.
Cosa è emerso? Da una parte la conferma della posizione di leadership dell’Italia all’interno del contesto europeo, dall’altro la possibilità di poter crescere ancora, nonostante l’oramai raggiunta maturità, e in parte anche saturazione, del mercato italiano. La IV gamma rappresenta un settore che vale 3 miliardi di euro in Europa: l’Italia occupa la seconda posizione (26%) dietro il Regno Unito (33%). Un settore che vale circa 750 milioni ma che, considerando tutta la filiera (materie prime esportate, industria del packaging e tecnologica, canali distributivi come la Gdo, ma anche l’Horeca e il normal trade) arriva a valere un miliardo.
La grande distribuzione organizzata, con i prodotti private label, la fa da padrona un po’ in tutta Europa: in Italia rappresenta circa il 65% del mercato (come in Francia), ma in Spagna si arriva all’80%, così come in Germania al 70%. L’andamento delle vendite della IV gamma a marchio del distributore, però, nell’ultimo periodo però varia anche nei principali mercati europei: in Italia è in calo del 4% a valore e del 2,9% a volume (anche in Francia del 2% a valore e del 2,6% a volume), mentre cresce in Spagna (+1,3% a valore e +1,8% a volume) e in Germania (+2,2% a valore e +0,6% a volume).
La verdura, le insalate in busta in primis, dominano il settore rispetto alla frutta, anche se nel medio-lungo periodo ci sono prospettive, soprattutto osservando, anche in questo caso, il tasso di penetrazione del Regno Unito. Se le prospettive per il futuro del settore in Italia, secondo lo studio di Valdani Vicari, parlano di una sostanziale tenuta, in altri paesi come la Germania e, soprattutto la Spagna, si prevedono tassi di crescita sopra il 4%, frutto di una tendenza che è arrivata dopo il nostro Paese, pioniere in questo settore.