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13 maggio 2024

Kiwi, contro Psa scendono in campo gli UV-C

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Buone nuove per il kiwi. Un progetto congiunto del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) e dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sembrerebbe fornire una soluzione green contro le malattie del kiwi, in particolare il cancro batterico causato da Pseudomonas syringae pv. actinidiae. 

Fino a oggi, l’unico modo per fermare il fenomeno, è stato il ricorso alla chimica la quale, però, ha mostrato alcuni rilevanti limiti: l’impatto ambientale da una parte, la parziale efficacia dall’altra.

La produzione di kiwi e i pericoli

Secondo la Fao (l’Organizzazione delle nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura), la superficie mondiale coltivata a kiwi supera oggi i 270mila ettari. L’Italia, con oltre 25mila ettari, è il secondo produttore mondiale dopo la Cina (185mila ettari). La Regione italiana con la maggiore superficie dedicata alla coltivazione di kiwi, secondo l’Istat, è il Lazio, con circa 9.500 ettari.

I raggi ultravioletti UV-C come alternativa alla chimica

La Psa Pseudomonas syringae pv. actinidiae è un problema serio, poiché ogni anno le rese produttive vengono messe a dura prova. Ma una soluzione al problema potrebbe arrivare dallo studio congiunto di Enea e Crea, il quale sarebbe giunto a risultati interessanti.
Alla base della sperimentazione c’è l’irradiazione con raggi ultravioletti UV-C i quali, secondo i primi risultati raggiunti, sembrerebbero che aumentino la resistenza naturale delle piante ai patogeni e alle malattie, sia prima, sia dopo la raccolta: oltre il 60% del campione irradiato mostra una sensibilità ridotta al cancro batterico.

I raggi UV-C emessi da matrici di Light emitting diodes (Led), infatti, sarebbero in grado di stimolare le difese naturali delle piante con l’effetto detto ormesi.

Un effetto che, secondo i ricercatori, “potrebbe rappresentare un’alternativa promettente per contenere l’uso dei fitofarmaci in agricoltura, con notevoli vantaggi per l’ambiente e la salute dei consumatori e degli operatori del settore”.

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