A cavallo tra gli anni ’60 e ’70, a Milano, trovare kiwi era pressoché impossibile. “L’idea venne a mio fratello Dino di ritorno da uno dei suoi viaggi, dopo che si era innamorato di questo fantastico frutto”. Se al mercato ortofrutticolo locale, dove tuttora Abbascià si rifornisce, era già facile trovare ananas e banane, l’esoticità non andava oltre in quegli anni. Da lì l’idea di pendere accordi per importarli per la prima volta. L’origine era, ovviamente, una sola: Nuova Zelanda. Oggi i tempi sono cambiati e la produzione di kiwi è diventata una delle colture più fiorenti nel nostro paese: nonostante questo Pietro continua a preferire quelle che provengono dalla patria degli All Blacks: “Per me, come bontà, al primo posto ci sono i kiwi neozelandesi, poi quelli cileni e francesi”. E quelli italiani? “Al quarto posto”. Perché? “I nostri sono degli ottimi prodotti, ma sono sempre più duri e meno dolci di quelli di importazione. Per di più, quando maturano, hanno una polpa più omogenea”. Ovviamente non mancano neanche qui quelli a polpa gialla. “In percentuale i Kiwi gialli sono richiesti da un 10% della mia clientela: sono veri appassionati”. I prezzi non sono molto diversi, anzi, a volte anche inferiori a quelli a polpa verde: “In generale i kiwi francesi e cileni costano sempre di più di quelli italiani”.
23 maggio 2012
Kiwi gialli o verdi? Italiani o di importazione? Il parere di Pietro Abbascià
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