23 febbraio 2022

L’autotrasporto avverte: in tre giorni scaffali vuoti

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Si è risolta con un nulla di fatto la riunione di ieri tra la viceministra del Mims (ex Trasporti), Teresa Bellanova, e le rappresentanze dell'autotrasporto finalizzata a trovare un accordo per risolvere il problema del caro carburante.

Un esito che desta preoccupazione: come raccontato ieri da myfruit.it, ad attendere un provvedimento concreto non erano solo gli autotrasportatori, ma anche la filiera ortofrutticola, colpita più delle altre dai fermi e dai rallentamenti nella consegna delle merci.

La reazione dell'autotrasporto

Unatras, l'associazione di autotrasportatori che ieri aveva scelto la via della diplomazia sedendosi al tavolo di confronto con Bellanova, ha così commentato l'esito negativo dell'incontro: “La trattativa prosegue a oltranza. Ma l'associazione, che non si riconosce nelle azioni di violenza che hanno avuto luogo in questi giorni, non esclude comunque il ricorso al fermo nazionale dei servizi, nel rispetto delle regole e dei codici di autoregolamentazione”.

Trasportounito, invece, che ieri era stata esclusa dal confronto con la viceministra, ha dichiarato: “Siamo pronti a presentare un documento con due proposte, una strutturale, l'altra emergenziale. Ammesso che il Governo si renda conto dell’errore commesso convocando al tavolo solo un'unione di associazioni che la protesta la subisce e non la gestisce. Alle aziende di autotrasporto che si stanno fermando, Trasportounito, non solo manifesta la sua piena solidarietà, ma lascia anche liberi gli imprenditori di aderire alla protesta”.

Il sindacato della Fit (Federazione italiana trasporti) ha diramato un comunicato con cui ha chiesto al Governo “di non ignorare la crisi da caro carburante che sta colpendo l'autotrasporto merci, uno dei settori più strategici per un Paese manifatturiero come è il nostro”.

Le proteste continuano

Nella notte, e ancora nella giornata di oggi, sono continuati i fermi spontanei degli autisti già iniziati tra ieri e l'altro ieri: inizialmente i blocchi avevano interessato la Sicilia, l'area di Latina, il Foggiano e il Tarantino, ma la protesta è dilagata anche in Calabria, in Campania, in Molise, nel Barese, nel Salento, in Basilicata. Una situazione che genera tensione e violenza: stamattina, sulla statale 16, nei pressi di Torremaggiore (Foggia) un automobilista ha ferito con un coltello, in maniera non grave, uno dei manifestanti.

Le proteste poi, non sono più relegate al sud: il porto San Vitale di Ravenna è bloccato dall'alba. Nella mattinata è stato aperto un varco per il transito dei veicoli, ma lunghe code si sono formate nelle arterie della zona.

Per dare il polso della situazione, basti pensare che da domani la Molisana fermerà le linee produttive della sua pasta, impossibile da distribuire nelle condizioni attuali.

Tra tre giorni scaffali vuoti

Salvatore Bella, segretario della confederazione trasporto Fai Sicilia, ha sintetizzato: “Senza segnali positivi da Roma la situazione non potrà che peggiorare. Le associazioni continuano lo stato di agitazione, lasciando i camion fermi nei piazzali il che causerà, nel giro di tre giorni, scaffali vuoti e stazioni di servizio senza carburante, oltre a migliaia di tonnellate di prodotti ortofrutticoli a rischio di marcire”.

Il pericolo scaffali vuoti è confermato da Coldiretti, la quale stima che il blocco dei tir stia causando un danno pari alla perdita dell'85% di prodotti deperibili quali frutta e verdura.

L'ortofrutta: stop ai blocchi

E, pertanto, il settore ortofrutta, seppur solidale con quello dei trasporti, non ci sta a pagare i danni indiretti del fermo tir. Il Consorzio del Pomodoro di Pachino Igp ha sintetizzato il pensiero di molti attori della filiera: “Siamo consapevoli di quanto la situazione sia difficile per tutti, ma riteniamo che non sia corretto che l’incremento subito dal settore dei trasporti gravi sulla nostra filiera. Tonnellate di pomodori di Pachino Igp rischiano di non essere trasportate ai mercati di destinazione. Ci appelliamo alle autorità competenti per sbloccare la situazione perché il fermo merci sta minando tutta la catena produttiva, con il rischio concreto che la Gdo si approvvigioni presso i mercati esteri“.

In Sicilia dieci milioni per l'autotrasporto locale

Nel frattempo, per fronteggiare la situazione, la Regione Sicilia ha stanziato dieci milioni di euro a favore delle imprese di autotrasporto merci locali le quali, oltretutto, devono sostenere i costi di attraversamento dello Stretto di Messina, anch'esso sempre più caro. Il fondo sarà disponibile dal prossimo 2 aprile fino ad esaurimento. Ma è facile prevedere che non sarà risolutivo.

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