Come rilevato ieri da myfruit.it, nonostante ci sia una generalizzata incertezza economica che porta alla contrazione dei consumi, il gran caldo di queste settimane sta facendo vendere la frutta estiva, in particolare angurie e meloni, ritenuti dai consumatori dissetanti e rinfrescanti.
Ma come sta andando lato produzione? Myfruit.it ha fatto il punto ed emerge un quadro tutto sommato positivo, se non fosse per i rincari dei costi e per la carenza di manodopera. Poi c'è la mancanza di pioggia che, salvo rare eccezioni, sta caratterizzando l'estate 2022. Ma per questi frutti la scarsità idrica non è tragica.
Meloni, il caldo traina la domanda
“La qualità è più che soddisfacente, con un clima così favorevole la qualità è senz'altro buona – esordisce Mauro Aguzzi, presidente del Consorzio Melone Mantovano Igp – A livello di quantitativi, per via della scarsità delle piogge, abbiamo qualche frutto in meno. Il che tutto sommato ci fa gioco, perché in questo modo evitiamo eccessi di offerta”.
I consumi, fa notare Aguzzi, sono positivi e sicuramente favoriti dal clima. “Tralasciando l'eccessiva offerta che si è concentrata a metà giugno – prosegue – siamo in linea con lo scorso anno”.
I tasti dolenti della campagna sono i costi e la manodopera. I primi, secondo il presidente, sono aumentati in maniera sconsiderata, la seconda scarseggia: “C'è difficoltà a reperirla in caso di emergenza o picchi di produzione”, sottolinea.
Angurie, la stagione di Perla Nera
Ed è una buona stagione anche per le angurie, in particolare per Perla Nera, l’anguria-midi con pochi semi prodotta da Op Francescon, Peviani e F.lli Giardina–La Mongolfiera.
“La stagione, caratterizzata dalla mancanza di piovosità, regala frutti dalle eccellenti caratteristiche qualitative perché è possibile governare al meglio la tecnica agronomica – racconta Sergio Giardina, F.lli Giardina – Quanto ai volumi, i quantitativi stanno rispettando le previsioni di inizio campagna”.
Il punto sui consumi lo fa Andrea Peviani, direttore commerciale Peviani: “Il mercato sta registrando la prevista scarsità di merce a livello europeo e la concomitanza di una stagione calda in tutta Europa sta sostenendo la produzione italiana, unico vero bacino produttivo di riferimento. Perla Nera, grazie alle sue caratteristiche di riconoscibilità sia di prodotto, sia di brand, si sta consolidando“.
“Perla Nera si sta affermando come prodotto premium riconosciuto dal consumatore – aggiunge Bruno Francescon, presidente Op Francescon – Questo significa che il lavoro svolto per garantire un alto standard qualitativo coniugato a un'importante campagna comunicativa, sta portando buoni risultati. A nostro avviso, aver creato una segmentazione importante in una categoria in cui prevale il prodotto commodity, ha portato valore in tutta la filiera, a partire dal consumatore che ha trovato un prodotto che conferma le aspettative, per arrivare a ritroso fino al produttore”.
“In questo scenario – conclude – ci sono però alcuni elementi che destano preoccupazione, a cominciare dalla siccità. A cui si aggiungono l’aumento dei costi di produzione e di trasporto e la difficoltà a reperire manodopera specializzata, il che genera problemi di gestione in termini di valutazione della qualità del prodotto, e del suo confezionamento/etichettatura”.