09 marzo 2021

L’imprenditoria agricola femminile traino per la transizione sostenibile

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“Promuovere e valorizzare l'imprenditoria femminile in agricoltura significa sostenere lo sviluppo del Paese dal punto di vista produttivo, ma anche sociale e umano, dal momento che ancora molto resta da fare per raggiungere la parità e l'uguaglianza di genere. Le aziende femminili, inoltre, sono le più impegnate nella sicurezza alimentare, nel biologico, nella custodia della biodiversità, nella tutela del paesaggio e del territorio: in sostanza la parte candidata a essere capofila nella costruzione e attuazione della transizione sostenibile. Numeri alla mano, le imprenditrici agricole rappresentano il 31% del totale, con una percentuale che resiste alla crisi, mantenendosi costante dal 2010 e risultando superiore a quella degli altri settori produttivi”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italianiConfagricolturaCopagri e Alleanza delle Cooperative agroalimentari, intervenendo in audizione in Comagri Camera nell'ambito dell'esame della PdL sulla disciplina dell'agricoltura multifunzionale e la promozione dell'imprenditoria e del lavoro femminile nel settore agricolo.

“Le imprenditrici agricole hanno naturale propensione all'innovazione e alla multifunzionalità e capacità di saper leggere i cambiamenti economici e sociali che caratterizzano il contesto rurale”, ha osservato il Coordinamento, suggerendo a tal proposito la costituzione di un Ufficio permanente al Mipaaf che, in accordo con gli enti preposti, si occupi espressamente di promuovere le competenze imprenditoriali delle donne.

“Parallelamente – ha proseguito Agrinsieme – reiteriamo la richiesta di ricostituire un Osservatorio nazionale per l'imprenditoria e il lavoro femminile in agricoltura, così da poter contare su di uno specifico organismo che si occupi di valorizzare e salvaguardare il ruolo delle imprenditrici agricole nel settore primario, come proposto e ottenuto in occasione della Giornata europea dell'agricoltrice del lontano 1996, mettendo a disposizione innanzitutto dati certi, ma anche normative, percorsi guidati per accedere ai finanziamenti e al credito, informazioni sulla pubblicazione di bandi, soluzioni per eventuali problemi procedurali e un punto di contatto con i competenti uffici delle regioni”.

“E' molto sentita, infatti, la necessità di avere politiche che promuovano le competenze imprenditoriali delle donne, garantendo al contempo una maggiore formazione professionale e l'istruzione continua, fornendo altresì una maggiore consulenza finanziaria finalizzata a un miglioramento della qualità e a uno sviluppo sostenibile delle aree rurali; tali esigenze dovranno tradursi in provvedimenti legislativi adeguati che gettino le basi delle linee di intervento delle future politiche di sviluppo rurale e strutturali”, ha concluso il coordinamento di Agrinsieme.

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