21 maggio 2021

L’ombra cinese sulla Verisem di Cesena

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Secondo quanto riferisce Andrea Greco su Repubblica.it, la multinazionale cesenate Verisem potrebbe essere ceduta ai colossi cinesi. Il loro scopo è farne lo scrigno dei futuri ortaggi pseudo-italiani, ma purtroppo il dossier arrivato giorni fa a Roma ha evidenziato che la versione rafforzata un anno fa della norma sulle attività strategiche non menzioni le sementi, solo un generico “approvvigionamento di fattori produttivi e agroalimentare”. Toccherà al ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, valutare se la fattispecie sia a prova di giudice, e se chiedere al Consiglio dei ministri l’intervento.

Fondata nel 1974 da Antonio Suzzi a Longiano, nel Cesenate, Verisem inizia come piccolo produttore di semi per frutteti domestici, ma in 20 anni si costruisce, anche con acquisizioni, una posizione internazionale, forte della varietà e qualità di frutta, verdura ed erbe aromatiche italiane. Nel 2012 Suzzi cede il 52% al fondo italiano Quadrivio, che valuta l’azienda circa 40 milioni e ne diventa socio finanziario.

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Si stima una valutazione sui 150 milioni. Gli acquirenti più agguerriti sembrano due colossi cinesi, tra cui Syngenta,  comprata nel 2017 da ChemChina, la quale l’anno scorso l’ha accorpata all’agrochimica dell’altra statale cinese Sinochem, creando il primo gruppo mondiale. In gara anche il fondo sovrano cinese Cic, il fondo privato Usa Platinum equity, le rivali Corteva (Usa) e Dlf (Danimarca), e la cordata nascente tra Bonifiche Ferraresi e Fondo italiano d’investimento (controllato da Cdp). I colossi cinesi, però, valuterebbero la preda su multipli superiori, per poi sfruttare globalmente i brevetti naturali di Verisem. Si dice dietro le quinte che Syngenta e Cic siano disposte a pagare anche 200 milioni per fare di Verisem il perno dei loro “falsi veri” ortaggi italiani, che in pochi anni soppiantino per gusto e prezzi gli originali.

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