25 ottobre 2023

La crisi della filiera fa saltare a marzo FuturPera

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Una crisi del comparto senza precedenti che sta mettendo in difficoltà l’intera filiera pericola aggravata dall’alluvione di maggio e le azioni, tuttora in pieno svolgimento, che le associazioni di categoria, UnaPera e Oi Pera, stanno intraprendendo per ottenere risorse e rassicurazioni dalla politica sul futuro della pericoltura. Queste sono le due principali motivazioni che hanno portato Ferrara Expo a scegliere posticipare FuturPera – Salone Internazionale della Pera al 6 e 7 marzo 2024. Una decisione complessa, visto che la macchina organizzativa era naturalmente a pieno regime e molte aziende avevano già aderito, ma necessaria per dare al settore qualche mese di tempo per serrare le fila, come spiega il presidente di Ferrara Expo, Andrea Moretti.

“Rimandare FuturPera significa per il nostro ente fiera andare incontro il più possibile a tutta la filiera, a partire dalle aziende agricole duramente colpite dai fenomeni atmosferici di maggio e dalle forti grandinate di luglio, che hanno visto più che dimezzata e in qualche caso azzerata la produzione di pere in tutta l’Emilia-Romagna. Questo ha generato una crisi senza precedenti che ci ha portati a decidere per questo posticipo, in accordo anche con i partner organizzativi: il Consorzio UnaPera, il Consorzio per la Tutela della Pera dell’Emilia-Romagna IGP, il Centro Studi CSO e naturalmente l’Oi Pera. Si tratta per il nostro ente fieristico di una scelta complessa, da un punto di vista organizzativo ed economico, ma dovuta perché FuturPera non è per noi solo un evento nel calendario fieristico ma una manifestazione che coinvolge un comparto essenziale del nostro territorio. Nelle precedenti edizioni pensiamo di aver dato un contributo, dando alla filiera uno spazio di confronto importante – continua il presidente di Ferrara Expo– con le proposte di aziende italiane ed estere e una parte convegnistica che è sempre stata un fiore all’occhiello del Salone. In questa fase, però, non ci sono le condizioni per garantire questo livello a partner commerciali e visitatori. Inoltre, tutto il sistema, proprio in queste settimane, è impegnato su più fronti per ottenere risposte, rassicurazioni e risorse dai decisori politici. Si tratta di un processo articolato che è iniziato lo scorso 24 ottobre proprio a Roma con il Tavolo Ortofrutticolo, un primo passo ma non l’unico per il rilancio del comparto, e pensiamo sia doveroso da parte nostra sostenere e osservare in questa fase delicata. Sono ottimista – conclude Moretti – perché credo che sia nell’interesse di tutti dare un futuro certo a un’eccellenza agricola emiliano-romagnola così importante per l’economia agricola. E come Ferrara Expo il 5 e 6 marzo saremo presenti con il nostro Salone, proprio per raccontare il nuovo futuro di rilancio della pericoltura”.

Cambiano le date ma rimane immutata la formula di FuturPera: due giorni che vedono una ricca e articolata parte espositiva con le aziende di tutta la filiera, dal vivaismo alla logistica e distribuzione e una parte convegnistica con il World Pear Forum organizzato con il prezioso contributo di Cso Italy

Serve il sostegno delle istituzioni

“Riteniamo non vi siano le condizioni necessarie per ritrovarsi a Futurpera alla fine di novembre”. Con questa frase lapidaria, il presidente del Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia Romagna Igp Mauro Grossi, il presidente di UNAPera Adriano Aldrovandi e il presidente dell’Organismo interprofessionale della pera Thomas Brandstaetter, riassumono il loro punto di vista sulla situazione che attanaglia il comparto pericolo italiano e, più in particolare, quello emiliano romagnolo alla vigilia dell’evento, di cui sono partner storici, dedicato a questo vanto della frutticoltura nazionale, che – come ricorda il nome – dovrebbe tracciare la strada per il futuro.

Sul fronte produttivo e commerciale, infatti, si sta consumando la campagna più difficile di sempre ma – grazie alla nascita dell’Aop UNAPera, allo sviluppo dell’Igp e alla ricerca messa in campo anche grazie all’Oi – i produttori della regione, per quanto è nelle loro possibilità, stanno reagendo per arginare l’emergenza e programmare un rilancio.

La perdita di oltre 5mila ettari di coltivazione in pochi anni a seguito della mancanza di reddito è stata di stimolo per compattare gran parte del mondo pericolo all’interno della nuova Aop. L’aggregazione, poi, ha permesso di dare nuovo slancio alla ricerca di soluzioni agronomiche adeguate alle modificate condizioni colturali e di rilanciare l’uso dell’Igp ma – dopo aver perso quest’anno il 70% della produzione a seguito delle calamità climatiche occorse fra primavera ed estate – senza un piano di aiuti per far fronte al contingente, i pericoltori non possono resistere e dare corpo al piano di rilancio, già in cantiere grazie alle provvidenze dell’Ocm e al supporto della Regione Emilia Romagna con il Psr.

Senza interventi immediati, il primo comparto della frutticoltura dell’Emilia Romagna, che coinvolge circa 5mila  imprese agricole e dà lavoro a un indotto da 15.000 addetti, è destinato alla resa, coinvolgendo tutta la pericoltura nazionale, visto che l’Emilia Romagna è di gran lunga ancora la regione di riferimento.

“Da diversi mesi si parla di un piano di ristori ma, fino ad ora, nulla si è concretizzato e, oramai, per i produttori è scaduto il tempo per capire cosa fare la prossima stagione”, affermano i tre presidenti. “Senza un disegno per oggi non ha senso ritrovarsi a Futurpera per pensare a cosa fare nei prossimi anni, poiché mancano i presupposti su cui ragionare. Meglio attendere qualche mese, possibili occasioni non mancano, nella speranza che le Istituzioni riescano a sbloccare la situazione. Per ora è più proficuo concentrarsi sulla gestione di questa difficile campagna”.

Fonte: Consorzio di Tutela Pera dell’Emilia Romagna Igp, Expo Ferrara

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