31 agosto 2016

La deflazione “aiuta” la frutta secca

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Non tutti i mali vengono per nuocere. Il momento di deflazione che sta attraversando l’Italia sta portando nel carrello del consumatore medio una maggiore qualità della spesa alimentare, prodotti a base di frutta secca compresi. A dirlo è l’“Outlook largo consumo confezionato”, realizzato da Iri, che studia l’andamento delle vendite della Gdo dei primi sei mesi del 2016. E in un servizio ad hoc pubblicato su Il Sole 24Ore si spiega: “Il bonus portato dalla deflazione non viene utilizzato per saldare le bollette o la rata del mutuo, ma impiegato per la gratificazione, soprattutto a tavola, della famiglia dopo anni di ristrettezze

In altre parole la famiglia spende il suo piccolo extra budget in cibo a chilometro zero, Igp e Dop, bio e salutistici. La conferma – prosegue Il Sole 24Ore – arriva da Mattia Noberasco, ad dell’azienda di famiglia leader nella frutta secca e disidratata…”Negli ultimi sei mesi complessivamente abbiamo registrato una crescita dei volumi di vendita del 30% e del 25% a valore. In particolare è cresciuta la domanda di prodotti bio e di quelli con un maggior contenuto salutistico, come le barrette e i prodotti monodose”.

In questo scenario il valore delle vendite del largo consumo confezionato (Lcc) – continua il quotidiano economico – nella prima metà dell’anno è stato di 31,3 miliardi con un +0,3% sullo stesso periodo del 2015, ma senza l’effetto deflazione il venduto sarebbe andato in territorio negativo di circa mezzo punto…Un plus non da poco in un 2016 dove finora si è visto il Lcc fermare la fase di rilancio degli acquisti iniziato l’anno precedente, terminato con un promettente +2,8 per cento. “La deflazione è diventato un bonus per le famiglie che vedono migliorare la capacità di spesa e orientano le scelte verso prodotti di prezzo superiore”, conferma al Sole 24Ore Ernesto Lanzillo, partner di Deloitte Italia e retail sector leader, che aggiunge: “La Gdo negli ultimi trimestri si è impegnata per creare nuovi modi di attrarre il cliente proprio verso quei beni con un prezzo maggiore o una migliore marginalità”.

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