23 gennaio 2024

La frutta a guscio fa boom a Sigep 2024

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Si respira un’aria carica di entusiasmo e ottimismo a Sigep 2024 nello stand di Ismea dove, per iniziativa del Masaf, sono ospitate 13 Organizzazioni di produttori (Op) di frutta in guscio. Myfruit.it ha interpellato alcuni dei protagonisti.

Op La Mandorla

A rappresentare la Op La Mandorla di Mazzarino (Caltanissetta) oggi erano presenti in fiera Gianluca Carmisciano, responsabile commerciale, Roberta Selvaggio, responsabile comunicazione, e Giovanni Gueli, responsabile tecnico.

Da sinistra: Gianluca Carmisciano, Roberta Selvaggio, Giovanni Gueli

“Attualmente – spiega Carmisciano – la nostra Op gestisce quasi 2.000 ettari e conta un centinaio di associati, nelle province centrali della Sicilia, ovvero Caltanissetta, Enna e Agrigento. Come base sociale siamo sostanzialmente stabili, mentre a livello produttivo veniamo da un anno molto complesso, perché i venti e le piogge della scorsa primavera hanno pressoché dimezzato la produzione. Anche i prezzi oggi non sono molto soddisfacenti: ci attestiamo infatti su livelli inferiori di due o tre euro rispetto al 2021, con il nostro prodotto biologico (il 95% della nostra produzione è bio) che si attesta sui 7 euro il chilo”.

Carmisciano, poi, sempre a proposito di listini rileva: “Per la prima volta quest’anno sono stati fatti anche prezzi differenti a seconda delle varietà e questo ci penalizza un po’, dal momento che abbiamo ancora molte varietà tradizionali, perché il nostro areale è una zona storica per la mandorlicoltura. Oggi sono molto richieste cultivar come Tuono o ancora più nuove, per cui le varietà tradizionali sono liquidate talvolta anche 50 centesimi in meno”.

Tuttavia, appunto, c’è soddisfazione per la riscoperta che Sigep, grazie a Masaf, Ismea e con la collaborazione di Italia Ortofrutta – Unione Nazionale ha fatto del comparto della frutta secca. “La nostra Op – prosegue Carmisciano – continua comunque a investire nella mandorlicoltura. Siamo arrivato primi in un bando Pif, piano integrato di filiera, grazie al quale ci sono stati assegnati 6 milioni di euro, che a loro volta saranno impiegati da venti aziende di produzione per effettuare migliorie e da sei aziende di trasformazione per l’aggiornamento dei loro macchinari. Come Op, inoltre, stiamo costruendo un magazzino più grande perché vogliamo crescere ancora. E’ la prima volta che ci presentiamo al Sigep, un’esperienza che segue quella altrettanto positiva di Macfrut 2023. C’è tanta partecipazione e abbiamo registrato molteplici riscontri. Abbiamo inoltre incontrato diversi referenti di pasticcerie e altri potenziali clienti professionali, sia italiani sia esteri. Ora, naturalmente, auspichiamo di concretizzare questi contatti”.

Coricoop

Nel giro di pochi mesi, sono tante le novità che riguardano Coricoop – Cooperativa corilicola Langhe, Monferrato e Roero con sede operativa a Cherasco (Cuneo), mentre la sede legale è ad Alba (Cuneo).

Il vicepresidente Alessandro Merlo, in fiera con Fabrizia Vaira (responsabile contabile), spiega: “E’ un bilancio molto positivo quello del 2023 per la nostra cooperativa, nonostante sia stata in linea generale una pessima annata per la nocciola. Negli ultimi cinque mesi dello scorso anno, infatti, le adesioni a Coricoop hanno registrato una vera e propria impennata, tanto che siamo passati da 150 a 250 soci. Inoltre, sempre a fine 2023 ci è arrivato il riconoscimento ufficiale di Op, Organizzazione di produttori. Un’importante soddisfazione per una realtà giovane come la nostra, che compirà 3 anni nel luglio 2024 e che oggi può contare su una base produttiva di 1.500 ettari. Siamo stati inoltre la prima cooperativa al mondo a ottenere la certificazione Iscc (International sustainability carbon certification). In altri termini, sulle aree con questa certificazione, che sono oltre il 50%, le nocciole sono coltivate in un modo particolarmente rispettoso e attento all’ambiente, ovvero sostenibile”.

Alessandro Merlo e Fabrizia Vaira

Commentando poi la campagna 2023, Merlo nota: “La produzione 2023 è stata scarsa. Si stima che in tutto il Piemonte si attesti sui 150mila quintali, quindi siamo ben lontani dall’ultimo anno di buona produzione, che è stato il 2020 con 250mila quintali. Per quanto ci riguarda, abbiamo prodotto circa il 20% in meno rispetto al 2022. La qualità del prodotto è molto buona e i calibri sono maggiori rispetto al 2022, per effetto delle piogge della scorsa primavera. Tuttavia, l’acqua che è caduta copiosamente il 27 di agosto (ben 120 mm!) ci ha costretto a un grande lavoro di selezione, poiché questa umidità proprio nel pieno della raccolta ha fatto crescere la percentuale di avariato. Fortunatamente – prosegue Merlo – rispetto all’annata precedente i prezzi sono un po’ più sostenuti: oggi siamo sui 7,50-7,60 euro punto resa, con picchi fino a 8,20. Un livello tutto sommato soddisfacente”.

Infine, sull’esperienza di Sigep, Merlo conclude: “E’ una fiera spettacolare, che ci ha lasciato molto soddisfatti. Questa iniziativa di Masaf e Ismea ci ha permesso di fare conoscere la nostra nocciola, che per quanto ci riguarda proponiamo in tutte le sue declinazioni: Piemonte Igp, Tgt e Piemonte Igp delle Langhe”.

Terremerse

Anche la Op Terremerse di Bagnacavallo (Ravenna), negli ultimi anni, sta investendo molto sul nocciolo. Ilenio Bastoni, direttore della sezione Op Ortofrutta per Terremerse, commenta innanzitutto Sigep 2024 dicendo: “E’ una fiera con una grandissima partecipazione. Basti considerare che i corridoi, qui, sono pieni cinque giorni su cinque, mentre solitamente le fiere durano soltanto due giorni. Abbiamo quindi accolto molto positivamente l’opportunità di partecipare che ci è stata data dal Masaf attraverso Ismea. Apprezziamo la volontà del ministero di promuovere la frutta a guscio italiana, anche perché la riteniamo una grande opportunità. In questi anni, infatti – continua Bastoni – la nocciola ha mostrato una grande resilienza al cambiamento climatico. Per giunta, è una coltura che bene si adatta a un basso uso della chimica e può essere quasi interamente meccanizzata. Quindi, anche in ottica futura può essere strategica, se consideriamo da un lato il cambiamento climatico e, dall’altro, la drastica riduzione dei principi attivi ammessi in agricoltura”.

Da sinistra: Giulio Paolini (Italia Ortofrutta) e Ilenio Bastoni (Terremerse)

Scendendo poi nei particolari della sua Op, Bastoni prosegue: “Nell’ultimo anno, in Terremerse, il nocciolo ha avuto una fortissima accelerazione. In 12 mesi, abbiamo pressoché raddoppiato gli impianti messi a terra in cinque regioni (Emilia Romagna, Lazio, Marche, Veneto e bassa Lombardia), raggiungendo i 300 ettari. L’obiettivo iniziale che ci eravamo prefissati tre anni fa, quando siamo partiti con questo progetto, sarà quindi da rivedere molto probabilmente al rialzo: avevamo stimato 500 ettari entro il 2026, invece potremmo arrivare anche a 800. Del resto, il nostro progetto parte da una considerazione di base molto importante: il noccioleto è, e deve essere, un frutteto a tutti gli effetti. Quindi, non una coltura da destinare a zone marginali. Se infatti è gestita da frutticoltori con esperienza, come è il caso di Terremerse, può dare un buon reddito. Oggi, peraltro, Terremerse ha sottoscritto un accordo con Ferrero per la vendita di parte delle nocciole prodotte, ma al di là di questo stiamo dialogando, e siamo disponibili a parlare, con altre realtà produttive, con l’obiettivo di creare una filiera della frutta a guscio italiana. Riteniamo infatti che, oltre all’industria, sia molto interessante esplorare il mercato del consumo tal quale della frutta secca”.

C’è quindi grande attesa, in Terremerse, per la prossima campagna. “Il 2024 – conclude Bastoni – è l’anno in cui ci attendiamo i primi quantitativi, dal momento che i primi noccioleti sono stati messi a terra tra 2020 e 2021”.

Sicilia in Guscio

Nello stand Masaf/Ismea è presente anche una realtà pressochè inedita e con tanta voglia di crescere: Sicilia in Guscio, rappresentata in fiera da Riccardo Ricciardello, responsabile commerciale, e da Maria Saitta, responsabile comunicazione.

“Come famiglia Ricciardello – spiega Riccardo – siamo corilicoltori da quattro generazioni e, nel 2021, abbiamo cominciato ad aggregarci, con l’intenzione di accogliere i produttori di nocciole che vanno dalle pendici dell’Etna fino ai Monti Nebrodi. Ebbene, il 21 dicembre scorso è arrivato il riconoscimento regionale per la nostra Op e, pochi giorni fa, anche quello nazionale. Oggi, quindi, siamo a tutti gli effetti una Op che conta una base sociale di 23 produttori per quasi 350 ettari di nocciole. I margini di crescita, tuttavia, sono ancora molto ampi: in Sicilia infatti c’è un potenziale di 13.500 ettari di nocciole e, di questi, 5.300 vengono coltivati. La maggior parte di essi inoltre, cioè l’80%, sono biologici”.

Riccardo Ricciardello e Maria Saitta

Poi Ricciardello prosegue: “Il 2024 sarà il nostro primo anno in cui ci presentiamo come aggregazione di imprese e siamo molto fiduciosi. Attualmente, infatti, la situazione in campagna si presenta ottimale; la conta dei fiori la faremo la prima settimana di febbraio, poi la stima definitiva sarà a luglio. Ma, molto facilmente, sarà un’annata decisamente migliore del 2023, che è stato funestato da tanti problemi di maltempo che hanno danneggiato molto pesantemente la produzione”.

Infine, Ricciardello commenta: “E’ molto importante uno stand come quello di Ismea che valorizza la frutta a guscio italiana. In Sicilia, sotto questo punto di vista, abbiamo diverse eccellenze con denominazioni Dop e Igp. Ora, si potrebbe pensare di intraprendere un percorso per riconoscere con una denominazione anche la nostra nocciola”.

Nocciole della Tuscia: perché bisogna continuare a crederci

A rappresentare al Sigep grandi realtà corilicole della Tuscia come Cpn, Agrinola, Eco Lazio e Copront – circa 6.000 ettari di superficie coltivata – è intervenuto Nazzareno Pelliccia, consulente del settore da oltre 30 anni. “La possibilità offertaci da Masaf e Ismea – commenta – è stata un’apertura molto interessante, che ci ha permesso di far conoscere e valorizzare il prodotto nocciola, un ingrediente essenziale in ottica di benessere e sempre più fondamentale per l’industria dolciaria”.

Da sinistra: Nazzareno Pelliccia e Giulio Paolini

Poi, Pelliccia ha aggiunto: “E’ vero che veniamo da tre anni molto difficili, con le gelate del 2021, la siccità del 2022 e una concatenazione di eventi nel 2023 (ingenti piogge primaverili che hanno causato squilibri fisiologici e una cascola precoce, la cimice asiatica che ha trovato condizioni favorevoli per riprodursi passando da 2 a 4 generazioni per anno, ecc.) che hanno causato molti problemi alla produzione. Nell’ultimo anno, rispetto a una produzione normale, ci siamo attestati al -40%. Credo però ci siano ancora molte opportunità per questa coltura. Oggi, peraltro, il prezzo sta reggendo e si riesce un po’ a sopperire ai danni di un’annata piuttosto deludente”. Per Pelliccia, insomma, con la corilicoltura bisogna sapere anche ragionare in prospettiva, anche perché i progetti non mancano.

Giulio Paolini di Italia Ortofrutta ha infatti aggiunto: “Italia Ortofrutta è capofila di un progetto, assieme a Op del Lazio, della Campania e del Piemonte, per fare ricerca varietale e selezionare quelle cultivar di nocciolo che meglio si adattano ai cambiamenti climatici. L’orizzonte temporale è almeno settennale, perché non è un percorso facile ma può offrire buone prospettive”.

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