La prevenzione dello spreco di cibo come risposta allo scatto dell’inflazione: l’86% degli italiani si impegna a consumare tutto quello che cucina e a mangiare anche gli avanzi. Lo rileva l’ultima indagine dell’osservatorio waste watcher di Last minute market/Campagna spreco zero: il report Il caso Italia 2023 di Waste watcher international observatory on food and sustainability, che sarà diffuso in occasione della decima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare.
La frutta fresca il cibo più sprecato
Nella hit degli alimenti più spesso sprecati svetta la frutta fresca (24 grammi settimanali), quotidianamente quindi gettiamo circa 3,4 grammi di frutta al giorno e 2,3 di pane. E un italiano su tre presta attenzione alla riduzione del consumo di carne (26%), crollano le grandi marche, in calo del 10% nell’interesse dei consumatori, salgono i brand delle catene di vendita. Stabile la soglia di acquisto online, piccolo aumento per il biologico (+ 14%), così come per gli acquisti nei negozi rionali (+14%). Su cosa si risparmia, dunque? Un italiano su due (47%) ha ridotto le spese per lo svago, e cerca di tagliare sui costi della bolletta di energia elettrica (46%) e gas (39%), ma anche sull’abbigliamento (42%).
Il 18% dichiara di tagliare sulla spesa, l’extrema ratio riguarda i tagli alle cure personali (17%) e alla salute (11%). Ma 9 italiani su 10 mettono al top della loro attenzione, nell’acquisto del cibo, il fattore salute (89%) l’aspetto legato a una produzione km 0 (85%) e all’impatto ambientale della produzione (78%).
Arriva lo sprecometro
C’è un gesto e c’è un’azione concreta che possiamo tutti fare in occasione della decima giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, in calendario domenica 5 febbraio: scaricare gratuitamente e attivare sempre gratuitamente la nuova app istituzionale sprecometro.
È uno strumento quotidiano per vivere sostenibile, la app istituzionale sviluppata dall'osservatorio waste watcher international su cibo e sostenibilità, liberamente utilizzabile. Ideata per la direzione scientifica dell'agroeconomista Andrea Segrè, nasce in vista della giornata antispreco nell’ambito della campagna spreco zero, attraverso il lavoro congiunto del dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna e di Last minute market impresa sociale spin off accademico dell'Alma Mater. Serve a misurare e prevenire lo spreco di cibo, da soli o in gruppo (famiglia, amici, gruppo di lavoro …).
Chi mangia meglio butta meno cibo
Come mangia chi spreca di meno? C’è un nesso tra la cultura della sostenibilità alimentare e quella ambientale? In occasione della giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare a queste domande ha provato a rispondere il progetto Fao Waste, finanziato dal ministero dell’Ambiente, ideato e coordinato dall’osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari (Oersa) del Crea alimenti e nutrizione, con un’indagine-studio sul rapporto tra gli indicatori Aidgi (Adherence to Italian dietary guidelines index, un indice che misura quanto vengono seguite le raccomandazioni nutrizionali) e Hfwbs (Household food waste behaviours, un indice che misura quanto i comportamenti dei consumatori sono attenti alla riduzione e prevenzione dello spreco alimentare).
In un quadro globale in cui lo spreco alimentare è pari al 17% della produzione e riguarda soprattutto il livello familiare (61%), mentre le abitudini dietetiche del consumatore convergono ancora verso un consumo eccessivo di prodotti con elevato impatto ambientale, un approfondimento su questi temi può essere propedeutico al perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, prevenire e ridurre lo spreco alimentare domestico, insieme all’adozione di consumi sani, può contribuire al perseguimento dell’obiettivo 12, che mira alla diffusione di una dieta sostenibile e responsabile.
Lo studio nel dettaglio
Dai risultati dello studio, condotto dalle ricercatrici del Crea, Laura Rossi e Federica Grant, su un campione di 2869 maggiorenni in leggera maggioranza femminile (52%), è emerso che circa il 30% degli italiani mostra una scarsa adesione alle raccomandazioni nutrizionali, il 21,5% medio-bassa, il 25,5% bassa e il 24% elevata. Tra i sottogruppi di popolazione, una bassa aderenza è stata riscontrata tra gli uomini (34,4), i giovani (40%) e chi vive in famiglie numerose (42,3%), mentre un’alta aderenza tra le donne (29,6%), i più anziani (34,9%) e chi vive in famiglie con due componenti (29,3%).
Una successiva analisi più approfondita ha stabilito che esiste un rapporto direttamente proporzionale tra un’elevata conformità alle raccomandazioni e una positiva propensione dei consumatori ad attuare comportamenti che mirano ad una riduzione dello spreco alimentare. In particolare, circa il 35-40% del campione con maggiore adesione alle raccomandazioni sembra avere anche elevate abilità nel programmare la spesa e l’utilizzo del cibo, nel valutare bene le quantità da cucinare, nell’evitare acquisti di impulso e nel riciclare gli avanzi, prolungando la shelf-life di un prodotto mediante una cucina creativa. Al contrario, chi ha dimostrato di seguire poco o nulla le raccomandazioni sembra non aver ricevuto alcun tipo di educazione a prevenire lo spreco alimentare.
Fonte: Last Minute Market e Crea