29 maggio 2013

La gestione agronomica. Fondamentale per le fragole Candonga

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Berardino Marchitelli è un ottimo interlocutore per sondare alcuni aspetti legati alla fragolicoltura nel metapontino. Agronomo e tecnico responsabile della Planitalia, specializzato nel monitoraggio e gestione dei fragoleti: «Mi occupo da dieci anni dell’assistenza tecnica e agronomica di questa coltura specializzata  del metapontino».

Quali i principali cambiamenti negli ultimi 10 anni? «Due elementi di fondamentale importanza hanno cambiato il volto della fragolicoltura del metapontino; l’utilizzo della pianta fresca nella realizzazione dei fragoleti, e l’introduzione della Candonga, cultivar dalle eccezionali caratteristiche organolettiche che in questo areale si è diffusa rapidamente, raggiungendo una superficie coltivata a fragola del 85%.
Secondo Marchitelli la stagione in corso, caratterizzata da un andamento climatico sfavorevole, ha avuto un epilogo positivo poiché  i produttori hanno allungato il periodo di produzione, con una buona qualità e prezzi remunerativi. «Il risultato ottenuto denota la professionalità degli operatori del settore che investono in innovazione e applicano tutte le tecniche agronomiche necessarie per ottenere buoni risultati anche in condizioni climatiche avverse». Bisogna quindi sapere gestire bene l’impianto a partire dalla fase di trapianto, seguendo le buone pratiche agricole specifiche per la pianta fresca; seguire con la copertura nella prima decade di novembre.

E’ importante inoltre razionalizzare l’utilizzo dei fertilizzanti soprattutto nella fase del post trapianto. «Certamente, pur con le dovute differenze, in Basilicata ci sono le condizioni migliori per ottenere una fragola Candonga di qualità grazie al clima mediterraneo,alla qualità dei terreni, alla rusticità della pianta. Candonga è una varietà poco sensibile ai patogeni fungini e quindi necessita di minori interventi fitoiatrici.

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