Reparto ortofrutta

04 aprile 2024

La ricerca porta innovazione e fa bene al reparto ortofrutta

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Innovazione certo,  ma va bene anche l’evoluzione varietale nel reparto ortofrutta. Servono non solo nuovi prodotti, ma anche varietà più resistenti al cambiamento climatico, parsimoniose nella richiesta di acqua, che maturino in fretta così da risparmiare l’utilizzo delle macchine in campo per meno costi e meno emissioni.

Tutti elementi buoni lato produzione, ma servono anche forme adatte al packaging, frutti naturalmente buoni, ben trasportabili e di lunga durata per soddisfare le esigenze della Gdo e ridurre lo spreco. Ma l’innovazione oggi è pure recuperare ortaggi e frutta del passato da proporre in versione contemporanea. Sono tanti i desiderata espressi dai produttori – Mirco Zanelli, direttore commerciale Apofruit Italia – e dalla Gdo – con Giancarlo Amitrano, responsabile acquisti ortofrutta CediGros, e Angelo Arrigoni, responsabile del prodotto fresco a marchio Carrefour e brand manager della linea Filiera Qualità – al mondo sementiero rappresentato da Giovanni Canino (Hm Clause) e Fabrizio Petrillo (Bayer Crop Science, responsabile commerciale melone). Sono tutti i protagonisti del webinar organizzato da myfruit.it e moderato dalla direttrice Raffaella Quadretti, dedicato a Ortofrutta, cosa c’è di nuovo in reparto?

Per fare l’albero ci vuole il seme

Giovanni Canino ha esordito con poche parole, ma chiarissime. Per fare l’albero ci vuole il seme. Il processo di innovazione parte dal settore sementiero che basa il suo capitale sugli investimenti in ricerca. “Noi dedichiamo il 18% del fatturato alla ricerca. Abbiamo 400 varietà in catalogo, nell’ultimo anno se ne sono aggiunte 30 nuove che  danno un tasso di innovazione del 15%”. Parafrasando Canino oltre il seme ci vogliono i soldi. E non pochi.

Interessante la declinazione del rappresentante di Hm Clause delle diverse dimensioni dell’innovazione: “Presente a tutti i livelli: dalla produzione al packaging fino alla distribuzione, dove si ricerca la buona conservazione. Senza dimenticare che il consumatore è orientato al gusto, sempre più spesso alla salubrità e alla sostenibilità. Noi sementieri siamo la parte creativa, nonostante l’approccio rigoroso“.

Arriva Dossimo, il pomodoro a forma di cuore

L’ala creativa del movimento agricolo che in questi anni ha sfornato, per esempio, il Ciliegino Intuitivo. Una risposta veloce a un virus che stava arrivando dall’estero. Un’innovazione tecnica. E poi il Dossimo: “Una nuova varietà, da non confondere con il Cuore di bue, ha la forma di cuore ed era molto frequente nella produzione degli orti di famiglia”. In sintesi: “Una società internazionale si è calata in una dimensione locale e tradizionale”. Si guarda al futuro, ma si raccoglie dal passato.

Ortaggi meno assettati

Fabrizio Petrillo ha puntato sul risparmio dei fattori di produzione. “Ricerca, innovazione, sostenibilità guidano il nostro Gruppo.  Sviluppiamo varietà di orticole  sane, resilienti ai cambiamenti climatici, produttive e anche con apparato radicale forte per risparmiare le risorse idriche. Devono poi trascorrere meno tempo in campo per evitare l’uso di numerosi fattori produttivi e avere una maturazione concentrata per ridurre il numero di passaggi in campo per avere risparmi di manodopera sempre più rara e dell’uso dei macchinari agricoli e quindi delle emissioni degli stessi”. Un tema poco valutato, ma su cui bisognerà fare i conti.

Melone bello da vedere da lontano

Petrillo punta anche all’estetica. “I prodotti devono essere belli e attirare l’attenzione e facilmente riconoscibile il livello di maturazione per evitare anche troppe mani sui frutti.  Per il melone ci deve essere la giusta consistenza della polpa e un buon grado Brix”. Indicazioni sul gusto:  “A un melone dolcissimo per un breve periodo è preferibile un  prodotto di qualità medio-buona ma costante nel tempo“.

Attenzione ai cambiamenti climatici

Mirco Zanelli ha il timone in direzione, ma non solo, sui cambiamenti climatici.  Cosa chiede ai sementieri? “Produttività, sostenibilità con varietà che richiedono meno chimica, più resistenti agli eventi estremi. L’elemento cambiamento climatico va preso in considerazione. Naturalmente  è centrale il tema del gusto per i consumatori. Ci sono casi di successo come il kiwi giallo, l’uva senza semi, alcune varietà di fragole che permettono anche la redditività ai produttori”.

Servono risorse finanziarie, soprattutto per la frutta

Zanelli ha i piedi ben piantati a terra, non poteva essere altrimenti, e oltre annunciare che a “Macfrut faremo il punto sui progetti di innovazione” sottolinea le criticità. “Gli ostacoli, soprattutto nella frutta, sono la necessità di investimenti importanti. Sul tema frutticolo non sono stati portati avanti dei programmi, il rischio è di andare a cercare all’estero soluzioni che non sempre si adattano al nostro territorio”. Che fare? “Importante essere uniti, fare sistema per ridurre i costi dell’innovazione“.

Ci sono anche belle storie: “Un frutto dell’innovazione è il kiwi verde Dulcis: una sperimentazione positiva in Italia che ha intercettato una varietà che non c’era. Una segmentazione di alta gamma”.

Condividere le idee tra ricerca, produzione e distribuzione

Il cerchio si chiude con la Gdo. Giancarlo Amitrano. “Positiva la ricerca che ha stimolato l’evoluzione del gusto e una maggiore shelf life. C’è tanta offerta e non è facile scegliere, ma restiamo aperti  sia all’evoluzione varietale che a nuove varietà. Chiediamo al mondo sementiero  e produttivo di condividere le soluzioni, anche per individuare un perimetro di fattibilità”.

Casi di successo? Le fragole, i meloni. Noi abbiamo puntato su Amoresco, il broccolo romanesco aranciato, lo abbiamo proposto a un nostro produttore nel Viterbese. Un esempio di successo. Anche Signor Datterino, varietà evoluta su prodotto già esistente che si caratterizza per buccia minima, grado zuccherino e altre qualità e così siamo andati sui 12 mesi; importante anche il Dossimo e abbiamo pensato a fare dei test nell’areale di Fondi”.

Disciplinari più stringenti, anche per tutelare le api

Angelo Arrigoni ha sottolineato che “l’aspetto varietale ha un maggior impatto qualitativo e incide sulla percezione del cliente. Il reparto ortofrutta è importante per frequenze di acquisto e di consumo. Un biglietto da visita. Ha importanza strategica”.

Bene ma è “importante il discorso ambientale con la selezione di varietà che abbiano maggiore resistenza ai patogeni e quindi richiedono meno chimica e acqua. Sono aspetti che noi prendiamo in considerazione. Negli ultimi anni si sta migliorando, puntare sul prodotto buono ma i clienti sono attenti anche alla sostenibilità e non dimenticare la trasportabilità. Noi partiamo da disciplinari di agricoltura integrata, ma poi li rendiamo più stringenti. Carrefour ha grandi ambizioni. Chiediamo, per esempio, di eliminare tutte le sostanze nocive per le api“.

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