07 giugno 2012

La ricetta per uscire dalla crisi? Alto di gamma e qualità.

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140 milioni di euro di fatturato, 5600 soci, un business che spazia dalle carni alle agroforniture, dalle macchine e attrezzature agricole al cerealicolo e all’ortofrutta: settore, quest’ultimo, nel quale ha realizzato 43 milioni di euro di fatturato nel 2011 ed è socia dell’OP Pempacorer. Parliamo della cooperativa Terremerse di Bagnocavallo in provincia di Ravenna. “La crisi non è contingente, ma strutturale oramai” – ci dice l’ amministratore delegato Giberto Minguzzi – “il tracollo dei prezzi avviene puntualmente in annate ottime così come in pessime”. Qualità, questa la parola d’ordine se si vuole continuare ad andare avanti creando valore a chi produce, a chi commercializza, ma anche a chi consuma. Questo vale anche per pesche e nettarine: “Nei mercati europei, quello inglese in particolare, un tempo selettivo, si è affermato il modello del discount dopo l’entrata in gioco di Wallmart”: prezzi al ribasso come unica logica, l’invenzione dei cestini della frutta e l’immissione sul mercato di frutti a raccolta anticipata, questi i modelli che Minguzzi vuole superare. “Il mercato italiano della frutta, dove permane una qualità media alta, è in forte riduzione a volume, anche se, per esempio, il mercato delle nettarine tiene”. Come se ne esce? “Non possiamo difendere tutto e tutti. Dobbiamo riposizionarci verso l’alto e non gareggiare sui prezzi”.

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