Qualcosa sta cambiando. Parola di Gianluigi Zaffaroni, presidente del Sindacato Provinciale Dettaglianti Ortofrutticoli, associazione nata nel 1945 e che all’interno di Confcommercio e Fida si occupa specificatamente delle problematiche legate al grande, anche se poco mediatico, mondo dei fruttivendoli.
“Siamo specialisti dell’ortofrutta, siamo quelli che vanno ancora a cercare prodotti particolari, del territorio, che sanno anche come si cucinano ed hanno ancora un rapporto con il consumatore, come si usava una volta.
Un aspetto, ques’ultimo, non più secondario, che secondo Zaffaroni sta nuovamente giocando un ruolo decisivo in un settore che, più di altri, ha subito la grande avanzata della distribuzione moderna. “Noi dettaglianti siamo sempre stati la parte martoriata del mondo ortofrutticolo, perché la Gdo ha sempre utilizzato l’ortofrutta per attirare clientela, utilizzando molte referenze e moltissime promozioni, quasi un classico specchietto per le allodole. Ma adesso le cose stanno cambiando e ci stiamo riprendendo i nostri spazi”.
Secondo Zaffaroni la grande ondata di consumi legata al tema della salute e del benessere, al centro del futuro evento che si terrà sempre a Milano (vedi qui) il prossimo aprile e che vedrà proprio il patrocinio di Confcommercio Milano, ha fatto sì che i consumatori si stiano riavvicinando ai negozi tradizionali in generale, anche di di frutta e verdura. “In realtà sono altri i prodotti, come spremute, estratti, burger vegetali o affettati vegetali che stanno beneficiando di questo andamento, tanto che si è creato un business trasversale. Però, piano piano, anche per frutta e verdura sta cambiando qualcosa”.
Una trasformazione che ha costretto i fruttivendoli a cambiare referenze (più etnico) e tipo di offerta. “Siamo stati costretti ad evolverci da quello che era la classica vendita di un tempo. Oggi abbiamo anche noi frutta, ad esempio, già tagliata, macedonie, che consigliamo, preparate da noi. L’offerta sta cambiando, ma soprattutto si sta restaurando quel rapporto tra cliente e dettagliante che si era perso. Dino Abbascià aveva già anticipato tutto quello che poi sta ora avvendo”.
Infine, un commento sul futuro restyling dell’ortomercato di Milano, il cui piano di ammodernamento approvato da Sogemi sembra proprio essere in rampa di lancio: “L’Ortomercato di Milano allo stato attuale è vetusto e su questo non ci piove. Oggi siamo il fanalino d’Europa. Nel tempo ha perso volumi non tanto per una questione di mercato quanto perché la struttura non ha un polo logistico funzionante. Con l’avanzata dell’agroalimentare in atto serve un Mercato Agroalimentare serio anche a Milano. Quindi condivido che vada costruito un polo ex novo. Ritengo che questo sia un progetto corretto dove c’è il giusto equilibrio tra spesa ed effettivo investimento, L’importante, però, ci si continui a confrontare, come abbiamo fatto sino ad ora, perché l’attuale progetto arriva dopo tanti incontri tra tutte le parti, noi, i grossisti e gli ambulanti.”