“Non diteci che cosa dobbiamo consumare, ma fateci sapere che cosa mangiamo“. Con queste parole Marco Cuppini, direttore centro studi e comunicazione di GS1 Italy, ha rivendicato il diritto all'informazione del consumatore.
“Il nostro osservatorio Immagino – ha proseguito durante l'evento online “Digital e green: fare bene la spesa è una questione di etichetta” tenutosi oggi (18 marzo) – ci mostra anche un altro aspetto, questa volta legato al comportamento di chi produce: emerge con chiarezza il ruolo dell'etichetta, un vero e proprio strumento di comunicazione“.
In questo scenario si pone un altro trend, quello del boom dell'e-commerce, accelerato dall'emergenza sanitaria: “Nell'ultimo anno il commercio elettronico dei prodotti agroalimentari è cresciuto del 100 per cento – ha sottolineato Alessandro Perego, professore di logistica al Politecnico di Milano – Un fenomeno che impone alle filiere di rileggere tutti i processi e che le pone davanti a una grande sfida. Rendere equiparabile, in termini di scelta consapevole dei prodotti, l'esperienza nel punto vendita con l'esperienza sulle piattaforme digitali”.
Packaging tacito o packaging parlante?
“Una parte del packaging è tacito – ha spiegato Perego – e dunque ha il ruolo di preservare gli alimenti, allungandone la shelf life e riducendo così lo spreco. Un'altra parte è invece parlante, il che significa che dà informazioni al consumatore”. Informazioni che possono essere statiche o dinamiche: “Queste ultime stanno prendendo piede – ha aggiunto il professore – trasformando così il packaging parlante in packaging digitale. Il quale, una volta giunto a casa del consumatore, può addirittura dialogare con gli elettrodomestici, fornendo indicazioni circa le scadenze, le temperature di conservazione e così via”. E per la filiera ortofrutticola le ricadute sono di sicuro interesse.
“Sulle confezioni sta arrivando il nostro digital link – ha confermato Cuppini – Ogni settimana digitalizziamo 700-800 prodotti”. Si tratta di un QR code a cui sono state aggiunte altre funzionalità, simili a quelle di un Url o di un indirizzo web. Consultandolo tramite la fotocamera dello smartphone, il consumatore accede a numerose informazioni che possono riguardare non solo le caratteristiche del prodotto, ma tutto quanto il produttore ritiene utile far sapere al consumatore. Per esempio il territorio di origine, il metodo di produzione (bio o integrato), la presenza di Denominazioni di origine protetta (Dop) o di Indicazioni geografica protetta (Igp). O per esempio l'impronta ecologica dell'azienda che produce quel determinato prodotto.
La sostenibilità al centro delle scelte del consumatore
L'approccio alla sostenibilità delle aziende agroalimentari, per entrambi i relatori, sta infatti diventando un elemento di scelta per i consumatori: “Ma – ha concluso Perego – per trasferire un'informazione davvero corretta bisognerebbe misurare le performance di tutta la filiera, non solo di alcuni step. E il prezzo dovrebbe riflettere l'impronta ecologica e sociale del prodotto, fornendo un'evidenza chiara al consumatore”.